Vendite via telefono, attenti alle fregature
Intortando» di parole l'ignaro utente, tra una lusinga e una promessa, la vocina del call center si fa dare il codice fiscale, e per il povero consumatore non c'è più niente da fare: è finito nelle braccia della nuova società, con servizi e costi tutti da vedere, e sorprese assicurate alla prima bolletta disponibile. Oltre ad essere una seccatura continua questo tempestare di telefonate per istigare al cambio della compagnia elettrica o telefonica, costituisce un rischio costante, visto che si è tenuti a prendere una decisione in fretta, su due piedi, senza poter disporre di tutti gli elementi di comparazione
Prendo spunto dal meritorio servizio dedicato dall'Adige alla piaga delle vendite e offerte per telefono per segnalare ai lettori un caso concreto occorsomi recentemente. Sono stato contattato ripetutamente (anche alle 9 di sera) dal call-center di una notissima compagnia di energia elettrica. La falsamente gentile telefonista ha tentato, con insistenza al limite della prepotenza, di carpirmi l'assenso a distaccarmi da Trenta per passare alla loro società. Mi ha fatto balenare un risparmio di qualche centinaio di euro (sic!) in quanto, a suo dire, la Trenta ci fa pagare il kwh 17 centesimi mentre loro lo fanno pagare solo 8.
Alle mie forti perplessità ha chiarito che mentre Trenta è vincolata ai prezzi governativi loro operano sul libero mercato e possono fare quindi i prezzi che ritengono più opportuno.
Mi sono chiesto: possibile che Trenta si arricchisca così spudoratamente alle nostre spalle e che tutti noi utenti siamo proprio dei babbei? Per controllo ho fatto un piccolo calcolo. Ho sommato le bollette del 2010 (circa 350 euro), ho diviso per i kw consumati (circa 2.000) e ho ottenuto in effetti circa 17,5 centesimi kwh, tutto compreso. Per ulteriore verifica sono entrato allora nel sito di detta società e ho facilmente constatato che loro il kw lo offrono non a 8 centesimi ma a 8,8 (praticamente 9) e che nell'offerta viene anche chiaramente specificato che il totale della bolletta è rappresentato per circa il 50% da costi di distribuzione, tasse, accise e accessori vari come previsto dalle normative vigenti. Ne conseguirebbe che l'altra metà è costituita dal costo della pura energia, per cui se la matematica non è un'opinione: 8,8 x 2 = 17,6! Da dove saltano fuori le centinaia di euro? Della serie: chi ci casca ci casca.
Pierfranco Fruet - Martignano
La concorrenza spietata fra società di servizi ha portato ormai a superare ogni livello di decenza e di rispetto degli utenti, configurandosi in molti casi come vera e propria truffa.
Quanto evidenziato con chiarezza esemplare e conti alla mano dal lettore di Martignano, è purtroppo quanto accade regolarmente - ormai si può dire ogni giorno - nelle case dei consumatori. Arriva la telefonata di questa o quella compagnia telefonica, di questa o quella società dell'energia elettrica che, usando le parole magiche «risparmiare soldi» e «guadagnare», avanza la domanda- trabocchetto: «perché lei vuole pagare di più la bolletta?».
Il gioco è fatto. All'utente, magari anziano, chiamato a casa mentre sta preparando il pranzo o era sotto la doccia, viene propinata un'offerta a cui deve rispondere al volo con un sì o un no, e in base a quell'adescamento il contratto telefonico è concluso, con tanto di registrazione che confermerebbe la volontà (carpita?) di cambiare società di servizi.
«Intortando» di parole l'ignaro utente, tra una lusinga e una promessa (tutta da dimostrare), la vocina del call center si fa dare il codice fiscale, e per il povero consumatore non c'è più niente da fare: è finito nelle braccia della nuova società, con servizi e costi tutti da vedere, e sorprese assicurate alla prima bolletta disponibile. Oltre ad essere una seccatura continua questo tempestare di telefonate per istigare al cambio della compagnia elettrica o telefonica, costituisce un rischio costante, visto che si è tenuti a prendere una decisione in fretta, su due piedi, senza poter disporre di tutti gli elementi di comparazione.
Come se non bastasse, tali avventurieri accalappia-clienti adesso arrivano a suonare al campanello della porta, presentandosi così: «sono l'addetto della luce, devo parlarle», come in questi giorni sta avvenendo nelle case di Trento. E una volta intrufolatisi in casa, mandarli via diventa un'impresa.
Attenzione, quindi, e occhio alle fregature. Adesso arrivano non più solo al telefono, ma anche alla porta di casa.
p.giovanetti@ladige.it