Caro cellulare, mi fai male ma se ne fregano
Poco più di un anno fa, quando a Zambana venne chiamato Angelo Levis, già membro della Commissione tossicologica nazionale e della Commissione oncologica nazionale nonché fondatore dell’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog a parlare dei danni dei telefoni cellulari, rimasi molto colpita dalle sue parole. L’esperto aveva messo in guardia dall’abuso e dall’uso maldestro del cellulare e aveva detto di diffidare dalle ricerche pilotate che negavano l’esistenza di un nesso di causalità tra alcuni tumori e l’uso dei cellulari. Aveva avanzato la proposta di indicare, sulle scatole dei cellulari, alcune precuzioni d’uso, un po’ come ora accade per le sigarette. Il suo era un tentativo di informare su un argomento ancora tabù. In questi giorni l’argomento è tornato d’estrema attualità dopo l’allarme lanciato dall’Oms. Ma anche questo non è bastato al ministro Fazio per attivarsi e prenderi precauzione.
Il ministro si è detto perplesso sull’allarme dell’Oms sul rischio tumori legato all’uso di telefoni cellulari e ha spiegato di avere l’impressione che non esistano ragioni per introdurre delle precauzioni per il loro uso.
Un po’ di più si sono esposti i pediatri (Federazione italiana medici pediatri) che hanno raccomandato di non dare i cellulari ai bambini, tornare al telefono fisso e usare un auricolare a filo. Oltre a non dare i telefonini ai bambini, a liberarsi del cordless in casa e di utilizzare un auricolare a filo e non un dispositivo bluetooth, la Fimp suggerisce ai genitori di tenere il router wi-fi il più lontano possibile dai familiari, in un cassetto o nell’armadio.
Leggendo queste raccomandazioni mi è venuto in mente un discorso che proprio nei giorni scorsi ho fatto con mio figlio. Ha appena sette anni ma come tutti i bambini, a volte, è più semplice e geniale, degli adulti. Parlavamo di sigarette, del fatto che il fumo uccide e di quanto sia pericoloso. «Ma perché allora i negozianti possono vendere le sigarette? Dovrebbe essere vietato», mi ha detto. Difficile spiegare a lui i grandi interessi che si celano dietro il mercato del tabacco. Tanto difficile - a quanto pare - quanto mettere in dubbio la sicurezza dei cellulari, ormai inseparabili strumenti di comunicazione dai bambini fino ai nonni e al centro di un enorme business.