Agcom e censura, libertà e rivolta

Ieri si è svolta la manifestazione di protesta contro la delibera Agcom sul diritto d’autore. Il popolo del web, unito e compatto, ha detto «No». Ma cosa dirà oggi l’Ente?

di Matteo Lunelli

Il popolo di internet è in fermento. Colpa dell’Agcom, l'Ente garante delle telecomunicazioni, che potrebbe avere il diritto, senza passare da un giudice, né dal parlamento, di oscurare un sito internet, o rimuoverne dei contenuti, nel caso questi violino il diritto d'autore. Questo, in estrema sintesi, il motivo del contendere. In concreto: io, o una qualsiasi persona, metto sul mio sito o blog (magari una di quelle pagine gratuite, dove inserire pensieri e fotografie, visitate solo da mamma, fidanzata e amici, nemmeno 100 click al mese) un articolo o una fotografia o un video o un file audio pescato in rete. Dal sito dell’Adige, o da quello del Corriere, ad esempio. Qualcuno, che si senta offeso o privato della paternità del contenuto, segnala il fatto ad Agcom. A questo punto ci sono due possibilità: o io modifico o cancello il contenuto dal mio sito entro 48 ore, oppure l’ente ha il potere di chiudere il sito senza passare nemmeno dalla via giudiziaria.

Il web è insorto. No alla censura, sì alla libertà (d’opinione e d’informazione) lo slogan di decine di migliaia di persone. Il provvedimento, infatti, andrebbe a ledere quella che è la forza principale di internet, ovvero l’essere uno spazio libero e democratico, che permette la circolazione e la diffusione dei pensieri (siano essi notizie, fotografie, articoli, canzoni o video). Dario Fo ha parlato di una «nazione orrenda», Bersani di «libertà di rete come ossigeno vitale per le nostre democrazie», Di Pietro di «pericolo serio e bavaglio al web». Dall’altra, i difensori di Agcom, hanno tirato in ballo la pirateria, la difesa dei diritti d’autore, di una procedura necessaria per difendere l'offerta musicale e creativa italiana (la Fimi, Federazione dell'Industria Musicale Italiana).

Alcuni hanno visto una risposta politica del governo ai recenti risultati elettorali e referendari: «Abbiamo perso per colpa del web? E allora mettiamo i bastoni tra le ruote al popolo internet e facciamo tornare la gente davanti alla tv e non davanti agli schermi dei mac o pc». Online, almeno finché non verranno chiusi, potrete trovare ulteriori approfondimenti per capire meglio la questione (avaaz.org o sitononraggiungibile, ad esempio). Infine rassicuro chi volesse copiare ed incollare questo pezzo, oppure condividerlo, oppure citarne qualche passaggio sul proprio sito: fatelo, in piena libertà, citando la fonte. Non farò la spia ad Agcom e non farò chiudere il vostro sito o blog.

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