C’è stata una prima volta, magica ed emozionante, e temo che quest’anno, almeno per mio figlio più grande, sarà l’ultima. Parlo della magia che si vive quando si crede a Babbo Natale. Quando si crede che davvero l’omone dalla barba bianca e il cappello rosso arrivi con le sue renne per esaudire i desideri. Una magia che contagia tutti in famiglia, e che, lo ammetto, temo venga un po’ meno quando scoprirà la verità. Sorrido, quindi, di fronte al dibattito in corso in mezzo mondo e quando sento esperti dire che bisognerebbe rivelare ai bambini che Babbo Natale non esiste. Niente illusioni, niente bugie, ma subito la verità per non creare successivi traumi e per evitare che siano sbeffeggiati dagli amici che la verità già l’hanno scoperta. Quante storie!!! Credo nessuno sia rimasto traumatizzato nel sapere che i pacchetti vengono infilati sotto l’albero da mamma e papà. Un po’ di delusione è normale, ma poi credo che ognuno elabori gli imput positivi che la favola di Babbo Natale ha in sé e la faccia sua per mantenere comunque vivi, chi più o chi meno, certi sentimenti e stati d’animo.
Non c’è alcun motivo, secondo me, di avere fretta di smascherare Babbo Natale: la verità, presto o tardi, verrà a galla. Si può tranquillamente continuare a fantasticare su Babbo Natale fino a quando si vuole. La fantasia, in fondo, non ha età. Forse per noi genitori il compito difficile è quello di riuscire a mantenere vivo lo spirito natalizio dopo che i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste. Al di là dei valori religiosi, è a quel punto che bisogna riempire quel giorno di qualcosa che va oltre regali e Babbi Natali finti. Rimpirlo di valori, di principi e piccoli e grandi riti da tramandare di Natale in Natale.