Graduatorie degli insegnanti: i segreti di Marta

di Andrea Tomasi

"Dell'ipotesi di riforma del reclutamento degli insegnanti vi parlerò il mese prossimo". Così Marta Dalmaso, assessore provinciale all'istruzione, si è rivolta alla platea di docenti che aspettano di sapere cosa sarà del loro futuro. Ma i sindacati scalpitano e chi vive da precario la professione non ne può più di incertezze. Il problema è che nelle scorse settimane ci sono state fughe di notizie (i giornalisti fanno i giornalisti e raccolgono notizie per poi pubblicarle). Le indiscrezioni trapelate - ha detto l'assessore - non sono venute da me. Dalmaso - ricordiamo - non ha smentito quanto è stato scritto. E il caso delle graduatorie destinate alla sparizione, oltre che sindacale, è diventato politico. In consiglio provinciale la consigliera Pd Sara Ferrari ha chiesto a Dalmaso (peraltro sua compagna di partito) di fare chiarezza: chiarezza in Consiglio e chiarezza all'interno del Partito Democratico (che ha convocato la commissione scuola). 
 
Nei giorni scorsi si sono scoperti dettagli sull'operazione "riforma nella riforma", a cui sta lavorando l'assessore assieme ai tecnici provinciali. Eccola, per sommissimi capi:
 
I docenti a tempo determinato dovrebbero fare un test per accedere ad un albo provinciale (sarebbe una prova di cultura generale e attitudinale, il cui raccordo con il Tirocinio formativo
attivo è tutto da definire). In una seconda fase gli iscritti dovrebbero superare un nuovo test (anche sulla falsariga dei corsi-concorsi per dirigenti scolastici), indetto dalle singole scuole o da reti di scuole (in base alle esigenze). Si sta poi studiando la formula giuridica per vincolare gli insegnanti al singolo istituto scolastico, evitando così la "fuga" in altra sede. La "rivoluzione" si consumerebbe con regolamento, mantenendo viva la graduatoria. Si ipotizza un avvio nell'anno scolastico 2013-2014. Nel primo anno funzionerebbe con un doppio binario: il 50% dei docenti verrebbe arruolato in base alla graduatoria tradizionale e l'altro 50% con il nuovo sistema. Poi, a scalare: 40%-60%; 30%-70%; 20%-80% e così via. Il disegno complessivo, riguardante anche i contratti a tempo indeterminato, deve essere fatto con legge. Fra le ipotesi c'è anche il contratto differenziato, in base all'esperienza dei docenti. Quelli alle prime armi potrebbero prendere (parliamo di paga-base) meno soldi in busta paga dei colleghi più anziani (sarebbe una sorta di contratto di apprendistato). Non è poi esclusa la possibilità di "pescare" il personale da cooperative di insegnanti.                                                               
 
Leggittimo il riserbo dell'assessore, ma tenere segreta un'operazione di questa portata non è, forse, l'ideale.

comments powered by Disqus