Le truffe non meritano alcuna indulgenza

Nel prossimo futuro, questo blog si concentrerà sulle truffe. Mi rendo conto che, detta così, la cosa potrebbe risultare inquietante, e per questo mi affretto a spiegarmi. Alcune volte, nell’ambito di questa rubrica, ho accennato al fenomeno della truffa che, ultimamente, ha assunto l’aspetto di una vera piaga sociale

di Gloria Canestrini

Nel prossimo futuro, questo blog si concentrerà sulle truffe. Mi rendo conto che, detta così, la cosa potrebbe risultare inquietante, e per questo mi affretto a spiegarmi. Alcune volte, nell’ambito di questa rubrica, ho accennato al fenomeno della truffa che, ultimamente, ha assunto l’aspetto di una vera piaga sociale. Un fenomeno che va contrastato, giorno per giorno, con molti mezzi (lo stanno facendo le Procure, la Polizia Postale, molti Enti territoriali): per quel che mi riguarda, come responsabile regionale di una Associazione di consumatori, in collaborazione con alcuni Comuni, sto anche organizzando dei corsi antitruffa, rivolti in particolar modo agli anziani.

 

Prossimamente, andrà  in onda per la Rai di Trento il quarto ciclo radiofonico che ho dedicato, questa volta, alle truffe di viaggio (le precedenti serie hanno trattato le truffe immobiliari, quelle on-line, e quelle “classiche”). Insomma: una vera full immersion in un mondo di raggiri che parrebbero quasi meritare uno sguardo indulgente, confrontati con quanto avviene all’interno (e all’esterno) delle mura domestiche nel nostro Paese. 

 

Invece no. Le truffe non meritano alcuna indulgenza. Colpiscono il patrimonio delle persone, è vero, ma lasciano le vittime in una tale condizione di sfiducia, di umiliazione, di abbattimento (solo chi la prova può descriverla), che spesso rasenta la depressione. Mi è capitato di vedere giovani truffati accompagnati da un genitore, piangenti e rassegnati, sferzati dallo sguardo incredulo e sfiduciato del padre o della madre. Oppure, anziani professionisti alla soglia della pensione, i quali, dopo una vita trascorsa a contatto con ogni sorta di persone, parevano retrocedere al rango di bambini indifesi, ormai privi di ogni considerazione di sé.

 

Questo, dopo aver subito, per l’appunto, una truffa. La truffa è un reato, ed è anche un modo subdolo per minare definitivamente la fiducia nel prossimo. Oltre che nelle proprie capacità: persino quando si reagisce, e si esce vittoriosi dopo aver sventato l’odioso raggiro ( come in alcuni casi che andremo qui a raccontare) rimane un po’ di amarezza! Nessuna indulgenza, quindi: anche se, nella casistica che andrò a riportare, la fantasia e la determinazione di chi pone in essere le più svariate truffe, potrebbero ancora  attirare qualche sorriso. Letteratura e cinema negli ultimi anni ci hanno infatti abituati a personaggi truffaldini che, con un certo coraggio e con molto ingegno, riescono ad avere la meglio su istituzioni, banche, assicurazioni, grossi gruppi di interesse o di potere, speculatori vari.

 

Nella realtà non è così, o, almeno, quasi mai. Il peso delle truffe nel nostro vivere quotidiano è sopportato per lo più dai deboli, da chi (per carattere, per età, o per motivi del tutto contingenti) offre inconsapevolmente il fianco a persone senza scrupoli, pronte ad approfittare del vantaggio. Le truffe di cui vi parlerò saranno  rigorosamente sfrondate di ogni elemento di riconoscimento o di collocazione geografica, affinché le vittime non possano essere in alcun modo riconosciute (nomi e luoghi sono anche di fantasia): ci mancherebbe altro. Aggiungere disagio a disagio non è certo il nostro scopo, che è invece quello di fornire un piccolo aiuto per difendersi dai tranelli che spesso costellano le nostre vite.

 

Meglio evitarli per tempo, piuttosto che essere costretti a chiedere rimborsi e risarcimenti nelle aule giudiziarie. Perché, si sa, il truffatore generalmente non ha neppure un indirizzo e, tantomeno, un conto in banca.

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