Baby Life, la Provincia batte un colpo
Forse questa volta ci siamo. Lo dicono, a gran voce, le giovani laureate che da tempo chiedono il riconoscimento dei propri titoli di studio. Lo hanno chiesto alla Provincia, che forse ora batte un colpo.
Parliamo delle neodottoresse (alcune neanche tanto Neo) che, in fondo, hanno chiesto e chiedono solo di poter avere la possibilità di lavorare in un asilo nido.
Finora il contratto a tempo indeterminato, per loro, non è neanche un sogno. Finora.... L'esito del tavolo tecnico fa ben sperare: le laureate non dovrebbero più frequentare il Baby Life, il corso di formazione promosso dalla Provincia in collaborazione con l'Irsrs (Istituto regionale di studi e ricerca sociale) ai fini dell'abilitazione professionale. Dovrebbero essere esonerate dall'obbbligo di andare a lezione (1000 ore che - per chi già lavora e magari ha in tasca un diploma di laurea, che pensava potesse bastare - non sono paglia).
Mancano ancora certezze e informazioni di dettaglio, ma l'orientamento del tavolo tecnico (a cui dovrebbe seguire una delibera della giunta provinciale) è già un «passo avanti». In pratica: chi ha una laurea specifica e ha fatto il tirocinio nei nidi non dovrà frequentare il corso di formazione quindi, per ottenere l'abilitazione, dovrà solo affrontare l'esame finale (lo stesso delle colleghe che hanno seguito le lezioni del Baby Life). Stessa situazione per chi ha conseguito un diploma di «laurea attinente» e ha fatto tirocinio universitario al nido o per chi ha una «laurea attinente», non ha fatto tirocinio ma ha esperienza professionale in uno o più nidi (ma di quanti anni si parla?).
Ora si chiede un colpo di acceleratore alla giunta provinciale. E in attesa della delibera «risolutiva» (almeno in parte), chiariamo un concetto: nessuno (non l'autore di questo blog e, di sicuro, non le giovani educatrici professionali con diploma universitario triennale, con laurea in scienze dell'educazione, scienze della formazione primaria e psicologia) ha mai messo in discussione le capacità e la professionalità delle educatrici già in servizio. Qui si tratta solo di tutela di diritti, che forse si dava per scontata.
Nessuno quindi ce l'ha con il Baby Life. Ce la prendiamo, questo sì, con le regole sbagliate. E chi dice che sono sbagliate? Difficile ergersi a depositari della verità... Ma esiste il buonsenso.