Via Dante, la ciclabile è già un flop?

di Matthias Pfaender

 

Pericolosa, inutile, fatta male. La nuova ciclabile di via Dante, tassello nel cuore liberty della futura rete di mobilità alternativa progettata dall’amministrazione Miorandi, non sembra essere entrata nel cuore dei roveretani.

Del resto, ben difficile pretendere che una cittadina da 40mila abitanti scarsi costretta a sorbirsi quotidianamente il traffico di un nucleo urbano sei volte più grande saluti con favore interventi che riducono lo spazio delle carreggiate e che diminuiscono i parcheggi, già non troppo numerosi.

D’altra parte la ciclabile di via Dante non è un qualcosa di isolato, un progetto autoconclusivo: è parte della “Pista Longa”, futura dorsale Nord-Sud (da S.Ilario a Marco) della ciclomobilità roveretana. Come dire, il progetto ci sarebbe anche, coerentemente ispirato a quelle realtà nordiche spesso prese ad esempio di civiltà e senso pratico.

Staremo a vedere.

Se i roveretani si convertiranno davvero al verbo morandiano della mobilità a pedale...

Se i cicloturisti tedeschi, olandesi e polacchi si lasceranno davvero convincere dai cartelli piantati al Navicello a dare un’occhiata alla Città della Quercia (comprando magari qualcosa nel mezzo)...

Se la marcia su Trento, che il neonato ma battagliero (almeno a parole) comitato per la viabilità di Rovereto ha annunciato per settembre per costringere Dellai a scucire i soldi per la Tangenziale prima di lasciare la poltrona più prestigiosa di Piazza Dante, alla fine si farà in bicicletta...