Figli sottratti e la mancanza di cuore
Quel bimbo portato via con la forza a Padova. Poteva forse anche aver ragione quel padre, il Tribunale aveva deciso, non c’è dubbio, ma la forza nei confronti di un bambino non è assolutamente ammissibile. Mai. Ho visto un ragazzino trattato come un animale.
L’ultima lettera che mi è arrivata sull’argomento è quella del papà di Lorenzo. Una lettera accorata e disperata di un papà separato il cui figlio, dopo anni di perizie, è stato affidato alla madre che abita, sempre in Trentino, a cento chilometri di distanza.
È il racconto di un padre che non si rassegna nel vedere un figlio costantemente in lacrime, che gli chiede di tornare nella casa dove aveva vissuto fino a pochi anni fa. Il tribunale e i periti hanno però deciso. Lorenzo deve restare con la mamma perché alla base della sua voglia ci sarebbe la sindrome di alienazione genitoriale, ossia in parole povere, gli esperti dicono che il padre avrebbe fatto un lavaggio del cervello al figlio per metterlo contro la madre. Il padre, ovviamente, nega ed è disperato per quel figlio infelice.
Io non lo so chi abbia ragione. Ci sono di mezzo poco meno di dieci perizie, due genitori, giudici, assistenti sociali e soprattutto un minore. L’impressione è che tutti soffrano, il bambino soprattutto.
Stesso discorso per le orribilanti immagini trasmesse nei giorni scorsi dalle tv e sul web.
Quel bimbo portato via con la forza a Padova. Poteva forse anche aver ragione quel padre, il Tribunale aveva deciso, non c’è dubbio, ma la forza nei confronti di un bambino non è assolutamente ammissibile. Mai. Ho visto un ragazzino trattato come un animale.
«Dovevamo eseguire l’ordinanza», si sono giustificate le forze dell’ordine accusando la madre e i parenti di essersi opposti alla decisione del giudice. Tutto vero, ma quanto andato in scena lo ritengo comunque inammissibile e la conferma più lampante che qualcosa nel sistema non funziona.
Innanzitutto nel sistema famiglia, in quanto due genitori che hanno messo al mondo un figlio non dovrebbero mai arrivare ad usarlo come arma. Poi i servizi sociali, che evidentemente non sono stati all’altezza della situazione, non hanno saputo aiutare a sufficienza a prevenire gli scontri. Infine i periti, i giudici, le forze dell’ordine che eseguono. Perché ognuno, quando fa il suo lavoro, è vero che deve rispettare le regole, ma ogni scelta va fatta anche un po’ con il cuore. E guardano quelle immagini io di cuore ne ho visto davvero poco.