Lasciateci pregare. Ognuno come vuole
Ma da quando le religioni offendono? Crociate e estremismi armati esclusi, che offendono eccome, beninteso, la domanda mi sorge spontanea dopo aver visto saltar fuori - in rapida successione - i casi della Val dei Mocheni e, ora, di Levico.
Brevemente, nel primo tutto è nato attorno alla preghiera a tavola prima di pranzo in un asilo, che un'educatrice voleva eliminare scatenando l'ira dei paesani. Ora a Levico, lo scontro tra Alpini e insegnanti sulla benedizione alle tombe dei caduti. La scuola ha chiesto di lasciar perdere l'acquasanta e parroco e penne nere ci son rimasti male. Opponendosi e rinunciando ai bimbi, che non hanno partecipato.
Ora, ma perché una preghiera deve offendere o far sentire a disagio qualcuno? Non sarebbe più facile lasciare a ciascuno le sue tradizioni e chiedere a chi non le ha quali siano le sue? Perché il piccolo Mohamed, a tavola con Luca, incuriosito da queste strane parole che escono dalla sua bocca, non può spiegare che lui la preghierina la dice diversamente, o non la dice, e tutti tranquilli così, e uomini più ricchi e maturi domani?
Qui non si tratta di credo, ma di idee di partenza distorte. La mia impressione è che chi chiede il bando di crocifissi e preghierine cattoliche, non sia per nulla diverso dal leghista baldanzoso che non vuole la moschea islamica.
Ma lasciamo pregare ognuno come e dove crede, e chi prega diversamente, imparerà che non esiste solo la fede a modo suo. E chi non prega e non ne vuole sapere, imparerà che c'è chi invece lo fa. E se lo imparano i bambini da piccoli, magari tra trent'anni polemiche balzane come queste non dovranno più esistere. Magari arriverà, se Dio/Allah/Yahweh/il Big Bang/Brahma/Amaterasu/Odino/Maui vorrà, il giorno in cui la fede non verrà più usata come scusa per attaccar brighe. Roba vecchia, e già vista abbastanza, con danni sufficienti per risparmiarci una replica.