It’s evolution baby: 40 anni fa la prima telefonata cellulare

di Matteo Lunelli

3 aprile 1973. Un certo Martin Cooper, ingegnere della Motorola, sta camminando a New York lungo la Sesta Strada. Ad un certo punto si ferma, proprio sotto il portone dell’azienda concorrente. Estrae dalla tasca, anzi più probabilmente da una borsa o da uno zaino, un aggeggio pesante 1 chilo e mezzo, altro 25 centimetri e largo cinque. Inizia a schiacciare alcuni dei dodici pulsanti presenti sulla tastiera e si porta l’apparecchio all’orecchio. Sta effettuando la prima telefonata della storia da un cellulare.

Fosse esistito Twitter, subito dopo aver riagganciato, avrebbe subito lanciato un Tweet: “Ho #telefonato dalla strada. Sono nella #storia @ToninoMeucci @AlexBell”. O, fosse esistito Facebook, si sarebbe subito fatto un autoscatto cambiando la propria immagine profilo.

Martin telefonò al proprio rivale, Joel Engel, un ricercatore dei laboratori Bells di AT&T anche lui impegnato a sviluppare un telefono cellulare. In realtà lo trovò al secondo tentativo: al primo, per l’emozione, sbagliò numero. “Hey Joe - disse - sono sotto il tuo portone e ti chiamo da un cellulare”. Joe probabilmente riattaccò subito, nero di rabbia. E fece male, perché avrebbe potuto fare uno scherzetto a Martin, tenendolo un po’ in linea. Il telefono, infatti, era pesante e l’autonomia della batteria era ridottissima: parlandogli un po’ certamente gli avrebbe fatto indolenzire un braccio e poco dopo la linea sarebbe caduta. Piccola vendetta.

Il primo telefono portatile sarebbe stato messo in vendita solo dieci anni dopo, nel 1983. Oggi al mondo ci sono più cellulare che persone e tre su quattro ne possiedono almeno uno. Oggi la maggior parte di noi non riesce a stare più di qualche ora senza il proprio cellulare. Oggi un cellulare fa di tutto: permette anche telefonare.

 

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