Con il voto palese violato il diritto e il Parlamento
Il Senato voterà in modo palese sulla decadenza di Berlusconi. una decisione molto discutibile in cui è prevalsa la decisione politica su quella del principio. Ovvero, pur di regolare definitivamente i conti con Silvio Berlusconi si è deciso di violare uno dei principi fondamentali della democrazia parlamentare. Un principio che trova fondamento addirittura nell'800, nella nascita delle democrazie liberali, nello Statuto albertino: sulle persone non si vota in maniera palese, ma segreta. E' una regola fondante delle democrazie, dal Parlamento fino al più piccolo consiglio comunale.
Invece in questa occasione si è buttato a mare un principio fondamentale pur di colpire Berlusconi. Il regime fascista aveva abolito il voto segreto in Parlamento (e di fatto anche nelle urne), non la democrazia repubblicana. In un colpo solo abbiamo gettato alle spalle storia e diritto, creando un precedente gravissimo.
Il tutto, ahimè, per accontentare le pulsioni di una piazza mediatica e virtuale, con politici di corto respiro che sperano di guadagnare consenso, invece di difendere la Costituzione e il diritto. Si dirà che Berlusconi non può continuare a restare in Parlamento, vista la condanna. E' vero, ma non possiamo sanare un vulnus con un altro vulnus. Come ragazzini, alcuni parlamentari si sono fatti condizionare dalla tesi per cui con il voto palese nessuno avrebbe potuto nascondersi davanti al Paese, presi da una isteria collettiva, da un'idea della politica da Gestapo o da Comitato centrale del vecchio Pcus. Questi sono politici imbelli di cui avere davvero paura, che pensano che ogni mezzo sia valido pur di liquidare un avversario, anche violando i principi della democrazia e dei diritti di tutti.