Parla Damiano Valsecchi

Come anticipato nel post relativo alle “regole di iscrizione” delle società di pallavolo, che vi consiglio di leggere per capire alcuni passaggi qui descritti oggi andremo a parlare della questione Avellino assieme ad uno degli sfortunati protagonisti della vicenda: il centrale, conoscenza trentina, Damiano Valsecchi

di Andrea Coali

Come anticipato nel post relativo alle “regole di iscrizione” delle società di pallavolo, che vi consiglio di leggere per capire alcuni passaggi qui descritti oggi andremo a parlare della questione Avellino assieme ad uno degli sfortunati protagonisti della vicenda: il centrale, conoscenza trentina, Damiano Valsecchi.

La Sidigas HS Avellino era una squadra di pallavolo iscritta al campionato di Serie A2 della corrente

stagione. La sua crisi, dopo l’apice raggiunto con la vittoria della Coppa Italia di categoria della scorsa annata, era iniziata già alla fine della stagione. Riuscendo a pagare l’80% degli stipendi entro i termini prestabiliti la sua iscrizione era stata convalidata. Ma è opinione comune, tra gli addetti ai lavori, che il mercato di Avellino sia stato al di sopra delle proprie possibilità economiche. Tanto che già al pagamento del primo stipendio si sono presentati dei problemi.

A questo iniziale debito va poi aggiunto quello della stagione precedente, con gli stipendi non ancora

versati al 30 settembre. La Lega ha quindi prelevato la cifra necessaria dalla fidejussione, ma quest’ultima non è mai stata ripristinata dalla società, alle prese con problemi di sponsorizzazione e di budget. Ecco quindi la squalifica, come da regolamento, da parte della Lega, le dimissioni dell’intero CDA societario, e la recente squalifica da parte FIPAV per non essersi presentati a due partite di campionato di fila. Avellino è quindi sparita dal campionato di serie A2, lasciando a piedi giocatori, staff tecnico e relative famiglie che ora sperano di recuperare almeno una percentuale del compenso tramite la famigerata fidejussione.

Per saperne un po’ di più, e per capire il punto di vista degli atleti, sentiamo cosa ha da dirci Damiano.

Ciao Damiano! Descrivici brevemente la vicenda..

Inizio la mia nuova avventura il 26 di agosto con la preparazione estiva. I primi problemi arrivano alla data del primo stipendio, che era fissato per il 10 di ottobre: la società infatti ci informa di alcune difficoltà economiche che non rendono possibile il versamento entro la data stabilita. Io e i miei compagni decidiamo quindi di attendere fiduciosi (visto che i ritardi nei pagamenti sono, purtroppo, merce comune. NdA). Arriviamo però a fine mese e nulla giunge nelle nostre tasche. Il 10 novembre, data del secondo stipendio, la scena si ripete: noi giocatori però continuavamo ad allenarci con costanza e impegno, dato che il campionato stava comunque andando bene e che, si sa, è il giocatore che passa dalla parte del torto se smette di presentarsi alle sedute…

Ma nessuno ha protestato, nessuno ha preso una posizione?

Il primo giocatore ad agire è stato il nostro opposto, Bencz, che nella settimana che precedeva la partita contro l’Itely Milano (17 novembre) si è presentato all’allenamento senza l’abbigliamento adatto e ci ha comunicato che si sarebbe trasferito proprio nella squadra milanese a partire dal giorno successivo. Aveva dato una sorta di ultimatum alla società, ma poiché la situazione rimaneva ugualmente immutata, ha confermato la sua decisione. Quindi, ironia della sorte, ci siamo trovati quella domenica contro un giocatore che fino alla settimana prima si allenava con noi!

E tu?

Subito dopo la partita di Milano ho deciso assieme al mio procuratore di presentare una diffida alla società: se entro dieci giorni non fosse arrivato il compenso che ci spettava, sarei stato libero da qualsiasi vincolo con la società. Durante questo periodo ero poi libero di decidere se presentarmi ad allenamenti o partite. Il 24 novembre abbiamo giocato la nostra ultima gara di campionato contro Matera: il lunedì successivo tutti gli altri giocatori si sono accodati alla nostra diffida. E giovedì 28 novembre, dopo tre giorni in cui nessuno si è allenato, ho lasciato Avellino.

Il fatto che ancora non erano stati pagati alcuni stipendi relativi all’anno precedente non ti aveva insospettito?

No. Purtroppo è una cosa abbastanza normale per un giocatore il fatto di avere ancora delle pendenze relative alla stagione precedente (sono poche le società che pagano il 100% degli stipendi al momento dell’iscrizione, NdA). Non avrei mai sospettato si potesse arrivare al fallimento, anche perché la squadra era stata costruita per disputare un buon campionato e se gli sponsor avessero rispettato gli accordi non ci sarebbe stato alcun problema di tipo economico.

E ora che cosa hai in mente di fare?

Guarda, alcuni dei miei compagni hanno già trovato una nuova sistemazione. Chi scendendo di categoria, come due giocatori che si sono accasati in B2, altri rimanendo in serie A2 o Diamantini che è stato acquistato da Molfetta in A1. Io sto aspettando delle proposte: ci sono delle voci in circolazione, ma ancora niente di definitivo. Se non trovo una squadra rischio di rimanere un anno fermo: è un’eventualità che non voglio nemmeno considerare, tanto che non ho ancora pensato a cosa potrei fare in alternativa. Fino all’ultimo spero di poter trovare una nuova squadra.

Alla data dell’intervista ancora non era uscita la notizia: proprio oggi Damiano è stato acquistato dall’Itely Milano, altra formazione di A2. 

Un in bocca al lupo per la sua nuova avventura:)

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