Capricci: sanzioni (1), permissivismo (2) o dialogo (3)?

Dino Pedrotti

Vedo che l'argomento "capricci" interessa diversi genitori, impegnati nei primi anni di vita a superare l'ostacolo delle provocazioni inaspettate, soprattutto tra i due e i quattro anni. Un altro periodo altrettanto critico arriverà dopo i 10-12 anni con le continue contestazioni del figlio adolescente. Ripeto: non si è mai verificata al mondo una situazione del genere. I genitori autoritari avevano sempre ragione e la società era dalla loro parte (la Bibbia stessa dava loro ragione…).


Per questo occorre prepararsi a questi eventi, studiare e saper usare il comportamento più adeguato. Ho un affezionato commentatore che ha scritto più volte, anche polemicamente, quando parlavamo di vaccini: "dove sta zazà" commenta stavolta anche la ricetta sui capricci.


"MAI cedere e dare qualcosa se il bambino pretende, urla, fa capricci, insulta, disturba, non mangia. SOLAMENTE SANZIONI. Ed il comportamento sparisce. Il premio SOLAMENTE se si comporta bene.
Non mangia? Niente cibo. Dopo 8 ore riprovi. Non mangia? dopo 16 ore riprovi. Non mangia? Dopo 24 ore riprovi. Sicuramente mangia. La fame e l'istinto di sopravvivenza sono PRIMARI in qualsiasi animale, UOMO compreso".
Giusto "non dare se il bambino pretende", ma non si deve affrontare la situazione con severità. La severità serve poco, anche con un cane... Certamente MAI SANZIONI, se possibile (1). I castighi insegnano al bambino che i genitori hanno sempre ragione perché sono più forti: ci sono bambini deboli che si adeguano rassegnati ("e il comportamento sparisce", ma…) e ci sono bambini che urlano più forte dei genitori e oggi trovano punti d'appoggio in una società permissiva (2: i nonni magari lo appoggiano, i vicini ci criticano, il telefono azzurro non dà ragione ai genitori…).


Quanto ai PREMI, questi non si danno perché obbedisce ai nostri ordini ("solo se si comporta bene"), ma per testimoniargli il nostro affetto. Non lo si premia perché mangia e nemmeno perché studia. Dirgli, di fronte ad un capriccio, che se fa il bravo gli regalo qualcosa non è educativo. Il DIALOGO (3) è altra cosa…
Quanto al comportamento durante il pasto, noi non dobbiamo mai perdere di vista il significato che ha il cibo. La settimana scorsa concludevo il messaggio dicendo che il momento dell'alimentazione è strategico per l'educazione. D'accordo che "deve" mangiare per vivere, ma non sono d'accordo sul metodo spartano di zazà…


Su questo argomento è importantissimo quanto sta scritto su BAMBINI SANI & FELICI a pagg. 56-57: "Tre modi di far mangiare la pappa" (ricordo che il libro è online su www.neonatologiatrentina.it). Se qualcuno vuole discutere, rispondo volentieri a dinopedrotti@libero.it. E se qualcuno ha tempo, MARTEDÌ 18 febbraio ad ore 20 discutiamo, anche di questi problemi, all'Ospedale San Camillo.

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