Il sostegno a Dell'Utri e la libertà di pensiero
Io sono un convinto sostenitore della nostra Costituzione e dei principi in essa contenuti. All'articolo 21 afferma: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». Non mi scandalizza, quindi, che qualcuno acquisti una pagina per dire che, secondo lui, Dell'Utri è un santo
Caro Pinamonti, io sono un convinto sostenitore della nostra Costituzione e dei principi in essa contenuti. All'articolo 21 afferma: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».
Non mi scandalizza, quindi, che qualcuno acquisti una pagina per dire che, secondo lui, Dell'Utri è un santo.
I vincoli che io pongo sull'Adige per una pagina pubblicitaria di quel tipo sono:
1) che sia chiaro che si tratta di pubblicità o informazione a pagamento (cioé non è un'iniziativa del giornale o una campagna portata avanti dal quotidiano);
2) che non contenga frasi o affermazioni incitanti all'odio, al razzismo, alla violenza, alla discriminazione (sessuale, etnica, linguistica, religiosa, eccetera); che non riporti epiteti offensivi o ingiuriosi verso chicchessia; che non offenda i sentimenti e il credo religioso delle persone, e delle varie comunità presenti sul territorio; che non trasgredisca la legge.
Ciò che io farei, qualora mi capitasse una richiesta simile (e che ho già fatto in qualche caso), è quello di scrivere un «corsivo» in cui viene precisato che si tratta di un'iniziativa comunicazionale «altra» rispetto al quotidiano, e che non coinvolge in alcun modo la linea editoriale del giornale. È ospitata, ma non sostenuta direttamente o indirettamente dal quotidiano.
Poi, per il resto, sono per la libertà di pensiero e di espressione. Altrimenti non pubblicherei nemmeno le pagine delle lettere e delle opinioni, dato che in alcuni casi solo una minima parte di quanto espresso dai lettori e dai vari interventi è condivisibile, e a volte nemmeno quello.
Resta sempre attuale il principio espresso da François-Marie Arouet, più comunemente noto come Voltaire, che amava ripetere: «Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu possa esprimerla».
A mio parere è un principio a cui attenersi pure nella conduzione di un giornale e nella cura delle pagine quotidiane delle lettere e degli interventi, dando spazio anche a chi esprime idee non condivisibili in parte o in nulla, ma espresse con civiltà, rispetto, argomentando la propria posizione, sicuramente non trasgredendo la legge.