Da un Mondiale all’altro

Mondiali di sci nordico al via

di Luca Perenzoni

Solo domenica sera le inforcate di Sabo Gross e Marcel Hirscher hanno fatto calare il sipario sui mondiali di sci alpino di Vail, Colorado, e già oggi l’iride targato Fis si è spostato in Svezia a Falun, per altri dieci giorni di Mondiale. Tocca al fondo, alla combinata, al salto.

Le zero medaglie raccolte dal team azzurro guidato in Colorado dal ds Massimo Rinaldi hanno avviato (le immancabili) polemiche e accuse reciproche, fomentate forse dalle tante attese, forse troppe per certi versi. In fondo nel Belpaese siamo bravi a battezzare in men che non si dica un campione per poi retrocederlo nella categoria “brocco” o “perdente” se le cose non vanno come da noi previsto.


Dall’alpino al nordico, allora.

La stagione dei fondisti è stata sin qui anche migliore dei colleghi “discesisti”: le vittorie sono state cinque (la Fis computa alla stregua di una vittoria il miglior tempo di De Fabiani nell’inseguimento di Oberdorf, in apertura di TdS), altre tre le presenze sul podio, con Federico Pellegrino autore di una tripletta e capace di vestire il pettorale di leader delle sprint per qualche tempo. Per ritrovare una stagione con più successi bisogna tornare al 2008-’09 quando si vinse sei volte, con Follis (2), Piller Cottrer, Longa, Pasini e la coppia Genuin-Follis.

Eppure per assurdo le aspettative sono meno forti di quanto non lo fossero due settimane fa alla vigilia dei Mondiali di Vail, molto probabilmente perché il settore alpino aveva abituato bene, mentre il comparto nordico ha intrapreso quest’anno un cammino di ristrutturazione dopo annate deludenti che hanno prodotto i digiuni di Fiemme ’13 e Sochi ’14. Insomma, iniziare un digiuno fa male, proseguirlo forse è meno pesante, anche se in effetti ben più grave.

Oggi a Falun si inizia a fare sul serio: i titoli in palio saranno 21 e le chance italiane di salire sul podio si spalmano su cinque, forse sei gare, quindi sul 22-28% del programma. Lasciando perdere gli auspicati miracoli, a Vail, senza esagerazione, si puntava su 4 gare tra le 11 proposte (un 36%). La matematica pura, nella sua freddezza ed estraneità, offre meno garanzie sulla carta.

Cinque o sei chance, vediamo con più oggettività possibile, quali sono, in ordine di possibilità stimate.

1 - Staffetta 4x10 maschile: Tra tutte forse la gara che può davvero regalare soddisfazioni al team guidato dal fassano Sepp Chenetti. Norvegia e Svezia sembrano corazzate difficili da affondare ma con Russia in confusione, Germania in ristrutturazione, Francia meno solida di altre occasioni, l’Italia si presenta come terza forza del lotto. Per carità, questo non garantisce una medaglia, anzi, ma i presupposti ci sono. Le due frazioni in classico sono - a meno di problemi con i materiali - in cassaforte con De Fabiani e Nöckler, Clara al terzo step è una garanzia per lanciare il finisseur verso il finale. Chi? Hofer o Pellegrino? L’impressione è che si punterà sullo sprinter valdostano, ormai maturo per affrontare questo ruolo, cucito su misura sulle sue caratteristiche di scattante sprinter. Chenetti ci sta pensando e, al momento, cerca di evitare tensioni o discussioni in merito, per non appesantire troppo l’ambiente. Certo, la tenuta di Chicco in una 10km potrebbe essere l’incognita della gara, ma meglio così che partire battuti in un arrivo in volata.

2 - Team Sprint in tecnica libera: Pellegrino ancora protagonista. In coppia con chi? Nöckler (insieme sono campioni italiani e un podio in Coppa in stagione), Hofer, Rastelli, De Fabiani (ma alle prese con qualche acciacco che si fa vivo in skating) sono candidati plausibili, ma gli avversari saranno tosti, tostissimi con le solite Norvegia e Svezia oltre a Russia, Canada. Il finale di Pellegrino vale da solo mezza medaglia, ma sarà da vedere in che condizioni si affronterà l’ultima frazione.

3 - Sprint in tecnica classica: Pellegrino - sempre lui - aprirà i giochi, nel primo pomeriggio odierno. Tre vittorie in stagione, ma in tecnica libera. Con gli sci nei binari (sarà sprint da alternato e non da spinta) in bacheca vanta un titolo iridato under 23 e qualche buon piazzamento; il potenziale non manca ma ritrovarlo sul podio sarebbe più una sorpresa che una vera e propria aspettativa.

4 - 50km in tecnica classica: attenzione a Francesco De Fabiani, il quasi ventiduenne valdostano. E’ un’incognita e non può assolutamente essere inserito tra i favoriti, ma la sorpresa di giornata il primo marzo, ultimo giorno mondiale, potrebbe proprio essere lui. In più sarà l’ultima gara “vera” di Giorgio Di Centa, che su questa distanza ha conquistato l’Olimpo nove anni fa a Torino. In ogni caso per il fondo importante sarà un momento cruciale, a prescindere da come finirà.

5 e 6 - Combinata nordica. Qui le chance azzurre fanno capo ad Ale Pittin e al feeling che instaurerà con i trampolini svedesi. Se dovessero andare d’accordo, la gundersen dall’Hs100 di venerdì potrebbe riservare risvolti intriganti, così come la Team Sprint di sabato 28. Ma se ne saprà di più da domani, dopo i primi salti “ufficiali”.

Questi insomma i momenti da seguire con interesse, per chi si cura soprattutto del buon risultato italiano. Non sfuggirà come molto dipenderà da Federico Pellegrino, uomo simbolo del fondo azzurro attuale ma ancora da “svezzare” nei grandi appuntamenti e non si può sperare che ora si trasformi di colpo in un imbattibile. Nei prossimi 10 giorni si capirà a che punto è la sua maturazione: da lui si aspettano ottime prove, è vero, ma se saranno sufficienti per salire sul podio lo stabiliranno il contesto e gli avversari. Ci sono anche loro, non dimentichiamolo. Come già scritto nei giorni scorsi, il Mondiale sarà un test importante, ma non deve valere una stagione che al maschile ha riproposto l’Italia tre le protagoniste degli sci stretti dopo stagioni piuttosto critiche.

Per il resto i motivi di curiosità saranno tantissimi, a cominciare da chi sarà la dominatrice in campo femminile: Charlotte Kalla o Marit Bjørgen? La svedese ha impressionato dopo quasi due mesi di lontananza dai riflettori e potrebbe davvero incantare il pubblico di casa, a discapito delle norvegesi, sin qui padrone incontrastate della stagione e guidate dalla più vincente di sempre. E al maschile? Sarà sempre duello Svezia - Norvegia (con Petter Northug che sta già rinfocolando la storica rivalità) o i russi ritroveranno la via per certi versi smarrita in questo inverno? E Dario Cologna? Da oggi e fino al primo marzo, arriveranno le risposte, anche per gli appassionati della combinata (Eric Frenzel e chi altri?) e di salto, dove fare pronostici nel panorama attuale rischia di diventare un azzardo, considerata l’alta competitività generale.

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