Far buon uso delle crisi per ritrovare la dignità
Una straordinaria donna del nostro tempo, Christiane Singer, in un piccolo libro, intitolato “Del buon uso delle crisi” (Servitium, 2006) scrive: “Nel corso della vita ho raggiunto la certezza che le catastrofi servono ad evitarci il peggio. E il peggio, come potrei spiegare che così è il peggio? Il peggio è proprio aver trascorso la vita senza naufragi, essere rimasti alla superficie delle cose, aver danzato al ballo delle ombre, aver guazzato in quella palude dei “si dice”, delle apparenze, il non essere mai stato scaraventato in un'altra dimensione”. Secondo lei nella nostra società tutta l’ambizione, tutta la concentrazione è rivolta a “sviarci”, a sviare la nostra attenzione da tutto ciò che è importante. Un sistema di fili spinati, di proibizioni, di menzogne, per non avere accesso alla nostra profondità. Un sistema di assuefazioni, dove non c’è più indignazione, rivolta, ribellione. Troviamo normale che si dica una cosa e il giorno dopo, senza perdere la faccia, si dica esattamente il contrario. Assistiamo ai più incredibili e spudorati trasformismi. Sì, nell’assenza totale di pudore. È come se le parole non avessero più un suono, un colore, come se non avessero più peso. Le stesse parole usate per dire una cosa e per dire il contrario, perché, tanto, l’importante è dare annunci, anche se poi la cosa non succede. Tanto la gente ci crede! Scrive ancora Christiane Singer: “Si tratta di un'immensa cospirazione, la più gigantesca cospirazione di una civiltà contro l'anima, contro lo spirito. In una società, in cui tutto è cancellato, in cui non sono indicate le vie per entrare nel profondo, resta soltanto la crisi per poter infrangere questi muri attorno a noi: la crisi che in qualche modo serve da ariete per sfondare le porte di queste fortezze, in cui ci teniamo rinchiusi, con tutto l'arsenale della nostra personalità, con tutto quello che crediamo di essere”. (Ivi, p. 34) Su un’autostrada periferica di Berlino, dove si verificano sempre terribili imbottigliamenti, un geniale imbrattatore di muri aveva dipinto su un ponte la seguente scritta: “Disilluditi, non ti trovi in un imbottigliamento, l'imbottigliamento sei tu!”. Vale anche per noi: la crisi può almeno aiutarci a svegliare in noi il senso di una dignità che ci è stata tolta e che va, invece, rivendicata con coraggio e sincerità. di Don Marcello Farina