Tanta confusione tra diritti dei grandi e dei bambini
In questi giorni è molto caldo il tema della legge Cirinnà sui diritti delle coppie omosessuali, con forti contrapposizioni soprattutto sul diritto ad adottare figli. Domenica 31 gennaio il direttore Giovanetti ha fatto un esauriente quadro del problema. Io ho scritto su l’Adige del 5 febbraio un articolo che lo psichiatra dott. Bincoletto (8.2) ha definito chiaro e esauriente.
In realtà, come si può ben capire, tutti tirano acqua al loro mulino: i cattolici nel nome di Dio (la famiglia con padre e madre farebbe parte di un progetto divino), i conservatori di destra nel nome della tradizione (contro ogni rivoluzione, secondo la Costituzione di 80 anni fa), i riformisti di sinistra nel nome del progresso e dei diritti di ogni persona. Tutti però affermano di parlare anche in nome dei diritti del Bambino… Ma usano troppe parole…
C’è tanta confusione purtroppo anche tra chi dovrebbe studiare le situazioni in modo scientifico e razionale. Parlo di pediatri, psichiatri, psicologi. Anche qui ci sono tanti ricercatori che difendono la Chiesa (Scienza e Vita) e tanti ricercatori orientati a sinistra… Il presidente della Soc. It. di Pediatria afferma che non ci sono però studi di chiara evidenza, mentre la Soc, It. di Psicologia ha pubblicato decine di lavori più orientati a favore delle adozioni. Quasi tutte le ricerche sono però “di parte”; e i confronti con le famiglie “normali” sono problematici, perché nella realtà non sono certo famiglie ideali, come le vorrebbe il Bambino.
Nel dubbio bisognerebbe anzitutto astenersi e partire non con l’obiettivo di equiparare i diritti in nome della libertà dei Grandi, ma dal diritto dei Piccoli a nascere in una famiglia responsabile che assicuri le migliori condizioni per diventare cittadini responsabili. Politica e religione, come nel caso dell’ecologia o della pace, non lavorano a sufficienza per un mondo “a misura di Bambino”.