L'importanza di bere tanta acqua

L'importanza di bere tanta acqua

di Michele Pizzinini

Un articolo pubblicato sull’Adige la scorsa settimana, trattava della situazione idrica del Trentino che conta ben 2.000 sorgenti e 900 acquedotti, mi ha sollecitato a ricordare l’importanza dell’acqua nella nostra alimentazione.

Noi la teniamo poco in considerazione forse perché viviamo in una zona dove l’acqua è veramente buona ed abbondante.

Senza acqua, però, non c’è vita ed è l’unico elemento veramente indispensabile per ogni essere vivente, vegetale o animale che sia, tanto da essere definita l’oro blu. Si ipotizza che in un prossimo futuro si potrebbero scatenare nuovi conflitti per il controllo dei bacini idrici, soprattutto in zone «politicamente calde» come il Medio Oriente o l’Africa.

L’acqua è così importante per la nostra salute, tanto che potremmo rimanere a lungo senza mangiare ma senza bere potremmo sopravvivere solo pochi giorni. Il peso corporeo di un adulto è costituito per il 50-60% da acqua, a seconda dell’età, e nel neonato può rappresentare il 75-80% del suo peso. Ogni giorno dovremmo introdurre circa 2-2,5 litri di liquidi, in parte sottoforma di bevande, in parte con alimenti, quali: frutta, verdura, zuppe, poiché il 90% circa del loro peso è costituito dall’acqua. Una buona disponibilità di acqua quotidiana - almeno 5-6 bicchieri, purifica l’organismo perché permette di allontanare le scorie prodotte dal metabolismo.

Gli italiani sono i più grandi consumatori di acqua minerale al mondo, con un consumo medio annuo per persona di circa 190 litri, quasi 30 in più dei tedeschi! Per fortuna siamo anche i più forti produttori mondiali di acque minerali, con circa 12 miliardi di litri annui prodotti, per un giro d’affari di circa 3 miliardi di euro. Si suppone che gli italiani consumino così tanta acqua imbottigliata perché non si fidano del livello di manutenzione degli acquedotti.

Spesso anche i miei pazienti nutrono un senso di sfiducia verso l’acqua di rubinetto, ma è assolutamente immotivato e mi chiedono se l’acqua del rubinetto è salutare come quella di certe marche tanto pubblicizzate su giornali e televisione e si sorprendono quando sostengo che probabilmente sono anche migliori. Ma che differenza c’è tra un’acqua minerale e un’acqua di rubinetto?

L’acqua di rubinetto del Trentino si potrebbe tranquillamente collocare tra le acque minerali oligominerali, e se siete curiosi di sapere la composizione dell’acqua di casa vostra, consultate il sito www.dolomitienergia.it e probabilmente scoprirete con sorpresa che l’acqua del rubinetto di casa vostra ha un residuo fisso minore di tante acque reclamizzate che vi fanno fare tanta «plin-plin». In molte zone del Trentino l’acqua che sgorga dai rubinetti, contiene meno sodio delle acque minerali tanto pubblicizzate, a bassissimo contenuto di sodio, per la prevenzione della cellulite!

Una delle informazioni da indagare sull’etichetta di un’acqua minerale è l’altitudine da dove sgorga la sorgente. Non per fare il montanaro, ma è probabile che un’acqua che sgorga in montagna sia più pura di una di pianura che, che potrebbe aver drenato dei contaminati ambientali nel suo scorrere nei terreni in profondità.

Le acque minerali si classificano in base al loro residuo fisso ( = quantità di sali minerali dopo bollitura a 180°) in:

  1. acque minimamente mineralizzate con residuo fisso minore di 50 mg/l, ideali per aumentare la diuresi (fare tanta pipì), per preparare il biberon dei lattanti o le pappe dei neonati e per gli ipertesi che devono assumere poco sodio;
  2. acque oligominerali, fino a 500 mg/l di residuo fisso, che costituiscono la stragrande maggioranza delle acque minerali italiane;
  3. acque medio minerali con residuo fisso tra i 500-1500 mg/l, per il cui consumo è bene conoscerne le proprietà;
  4. acque ricche di minerali, il cui consumo dev’essere consigliato da un medico.


In Trentino ci sono quattro fonti di acqua minerale: la Pejo Fonte Alpina (residuo fisso 94 mg/l), la Levico-Casara (residuo fisso 36 mg/l), la Fontealta di Roncegno (residuo fisso 29 mg/l) e la Surgiva di Carisolo (residuo fisso 41 mg/l), tutte acque con una quantità di sodio bassissima.

Quanto più un’acqua ha un residuo fisso basso, tanto più assomiglia all’acqua distillata e tanto più favorisce l’eliminazione delle scorie del nostro corpo, ma non vorrei che vi faceste l’idea che un residuo fisso alto sia dannoso, perché è vero invece il contrario. È infatti la ricchezza di determinati sali minerali in essa disciolti, che fornisce ad un’acqua una proprietà terapeutica.

Ad esempio, chi soffre di osteoporosi, o teme di assumere poco calcio con l’alimentazione, può utilizzare un’acqua ricca di questo importante sale minerale, perché il calcio presente nell’acqua è altrettanto assorbibile di quello presente nei derivati del latte ed in tutti gli altri alimenti. Le acque più ricche di calcio sono: la Ferrarelle che ne contiene 370 mg, la Sangemini con 325 mg, e l’Acqua Lete con 321 mg.

Premesso che l’acqua degli acquedotti trentini è ottima, se preferite bere un’acqua minerale, diversificate le fonti, in modo da poter cogliere i preziosi sali minerali e gli oligoelementi specifici per ciascuna di esse.

comments powered by Disqus