Ortopedia e traumatologia
La rete ospedaliera provinciale, nella quale si inserisce il settore dell’ortopedia e della traumatologia, si fonda su alcuni principi fondamentali con l’obiettivo di garantire a tutti l’accesso alle prestazioni di qualità. Questo modello prevede la partnership delle strutture componenti promuovendo l’integrazione e lo sviluppo unitario secondo il modello hub e spoke. Concepisce inoltre la rete non come somma dei singoli elementi che la costituiscono, bensì come una realtà che opera per macro funzioni integrate, attraverso i dipartimenti, le aree funzionali omogenee e le unità operative multizonali. La naturale concorrenza si realizza attraverso processi di accentramento e decentramento della casistica, basati sui percorsi clinici e sul riconoscimento esplicito di mandati e competenze cliniche, favorendo lo sviluppo di specifici ruoli di eccellenza. Nel suo complesso la rete si sta sviluppando con obiettivi specifici e concreti: la creazione di un nuovo sistema ospedaliero unificato, equilibrato nelle reciproche relazioni e negli standard organizzativi e qualitativi, finalizzato al raggiungimento di obiettivi strategici che sono, nello specifico, efficienza e appropriatezza delle attività. In questa logica sono quindi nate le aree funzionali omogenee in tutti gli ospedali e sono state istituite ulteriori Unità Operative Multizonali ed è iniziato il processo di realizzazione dell’attività ospedaliera per “mandati, soglie ed esiti”, avviandone la sperimentazione in ambito chirurgico ed ortopedico. La rete ospedaliera ortopedica permette dunque in questa logica un miglioramento dei servizi territoriali e la riqualificazione degli ospedali sul territorio, facendo loro svolgere un ruolo rilevante nella rete assistenziale.
Hub & Spoke
Hub & Spoke (letteralmente mozzo e raggi) è un modello preso dall’aviazione civile e commerciale per regolarizzare i collegamenti, sempre più numerosi e frequenti. Dal centro (hub) vengono diramati i voli verso i raggi (spokes), fornendo così più servizi ai cittadini. Questo modello viene utilizzato oggi anche per le reti ospedaliere ed è stato adottato, prima in via sperimentale e poi definitiva. Per la rete trentina il risultato è la creazione di centri di alta specialità (hub) per una determinata patologia, supportata poi da una rete di servizi collegati in rete con i raggi (spokes), cioè con determinati ospedali periferici. Questo modello, si pone l’obiettivo di assicurare le cure in una logica unificata di qualità e di alta specialità utilizzando tecnologie che permettono, se necessario, a tutte le strutture presenti sul territorio di comunicare e effettuare diagnosi e refertazioni a distanza.
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Trauma Center
Il modello organizzativo prescelto, coerentemente con tutta la programmazione della rete ospedaliera, è quello di cui l’ospedale di Trento S. Chiara rappresenta il centro, il punto di riferimento e di trattamento di tutta la traumatologia complessa. La definizione di chiare linee guida per l’identificazione dei pazienti critici e la collaborazione del 118, con la preziosa risorsa dell’elisoccorso, sono i due cardini su cui si basa l’efficacia del modello, evitando perdite di tempo nell’invio a Trento dei pazienti critici ma anche l’invio da tutta la provincia di pazienti non selezionati, che potrebbero paralizzare le attività più strategiche. L’istituzione a Trento del Trauma Center provinciale ha quindi la finalità di ottimizzare il percorso del paziente, diffondere la cultura del trauma, e attuare e coordinare le attività clinico-assistenziali dei politraumatizzati, condividendo procedure, protocolli e gestione delle specifiche risorse.