Alpini, un esempio di impegno solidale
Alpini, un esempio di impegno solidale
Una festa di popolo, un’occasione per ritrovare l’unità nella diversità del nostro Paese, un momento per riflettere sulla storia e gli errori del passato ma anche sull’Europa di oggi e sul futuro condiviso che vorremo e sapremo costruire. Da alpino, da ex sindaco di Levico Terme e da consigliere provinciale, condivido con slancio le parole degli organizzatori.
Condivido le parole espresse da don Bruno Fasani, direttore della rivista nazionale «l’Alpino», alla conferenza stampa nazionale di presentazione dell’Adunata che Trento e il Trentino si apprestano a vivere dal 10 al 13 maggio prossimi: «C’è un’affinità culturale tra queste terre e i valori che gli Alpini rappresentano. La pace, una memoria intelligente, il saper vivere bene insieme il presente per progettare il futuro».
La grande forza degli Alpini è essere nati come forza militare e aver saputo trasformarsi in un grande esercito di pace (accanto agli alpini in servizio e in armi), che a quindici anni dalla sospensione della leva obbligatoria riesce ancora a coinvolgere, in questa Adunata di Pace del centenario della fine della Grande Guerra, seicentomila persone.
Gli Alpini raccolgono fondi e risorse economiche per opere di beneficenza e sostegno alle popolazioni colpite da calamità naturali (a cominciare dai terremoti), ma riescono anche ad animare il volontariato sociale insieme ad altre realtà parrocchiali, scolastiche, giovanili, sportive, di protezione civile. Don Fasani ha sottolineato questa concreta generosità con una bella definizione: «salvadanaio del cuore».
Vediamo tutti i giorni i nostri diciottomila alpini trentini e oltre 5.500 amici degli alpini impegnati nella manutenzione di chiesette alpine, pulizia di aiuole, monumenti, sentieri, organizzazione di feste (Natale, strozega, carnevale), servizi di guardianìa, progetti di solidarietà internazionale e nazionale, collette alimentari, visite ad anziani, iniziative per i bambini.
Tante formiche silenziose e laboriose alle quali va il nostro grazie. Il grazie delle istituzioni provinciali, delle amministrazioni comunali, delle nostre comunità.
L’Adunata è una vetrina ma anche un banco di prova, già affrontato con grande zelo. Spirito di accoglienza, competenza tecnica nell’organizzazione, apertura all’altro. Segnali forti e silenziosi, ma profondi, in un’epoca - come ha sottolineato il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta - che purtroppo è caratterizzata da un crescente individualismo.
Se la pace è un percorso in movimento, da alimentare di continuo, lo è anche l’impegno di volontariato che è espressione del senso di responsabilità che sta alla base della nostra autonomia. A Trento e nelle valli imbandierate e in festa per accogliere gli alpini da tutta Italia potremo riflettere sulla storia particolare del nostro territorio, sulle sfide che ci attendono, con la serenità e la sincerità tipiche degli alpini.
Perché, come ha ricordato il presidente nazionale dell’A.N.A. Sebastiano Favero, gli Alpini conservano ancora «il coraggio di dire le cose con chiarezza e di rispettare e far rispettare le regole».
Da sempre gli Alpini - 110 sezioni per circa 350.000 iscritti - sanno mescolare reduci e ex militari di leva, ufficiali, sottufficiali e truppa, provenienze geografiche diverse. Sotto il cappello d’alpino si è tutti uguali, nel rispetto delle regole.
Ecco perché nella nostra Provincia Autonoma che ha fatto della sussidiarietà e del volontariato un punto di forza e coesione sociale l’Adunata potrà essere anche uno stimolo per ragionare insieme, «in famiglia», su come investire con ancora più consapevolezza sulla generosa disponibilità e solida capacità degli alpini.
Il welfare generativo, le reti sociali, un possibile ruolo attivo in momenti formativi all’interno dello Scup (il servizio civile universale provinciale), corsi di cultura della protezione civile e servizio cucina per grandi gruppi, piccoli e mirati interventi antidegrado (coordinati dai comuni). Tutti settori aperti a un ulteriore presenza delle nostre penne nere. Oltre 260 gruppi sparsi sul territorio, quasi il doppio dei nostri comuni, ci confermano che gli Alpini e i loro amici sono una risorsa con i numeri, oltre che con i valori giusti, per essere protagonisti di un futuro di crescita collettiva.