Caccia a comete e asteroidi
Caccia a comete e asteroidi
Ultime notizie dallo spazio. La sonda cinese, Chang-e 4, dal nome della principessa di una fiaba cinese, è atterrata per la prima volta sulla faccia nascosta della luna. Prima mondiale, ottenuta simbolicamente 50 anni dopo l'Apollo 11 e gli storici primi passi dell' uomo sulla luna, che testimonia il livello di assoluta eccellenza raggiunto dalla Cina nell'esplorazione spaziale. Per comunicare con la terra Chang-e usa come trasponder un satellite cinese orbitante attorno alla luna, Queqiao, letteralmente gazza ponte. La nostra principessa dovrà resistere alle lunghe notti lunari, che durano 14 giorni terrestri e raggiungono meno 173 gradi centigradi ma anche alle temperature diurne, che superano 127 gradi, anche in questo caso per 14 giorni. In compenso potrà godersi un panorama, unico nel sistema solare, in cui non c'è la minima traccia del pianeta terra.
Chang-e ha a bordo un piccolo rover che esplorerà la superficie lunare e svolgerà esperimenti scientifici i cui dati saranno ritrasmessi a terra. La prossima missione lunare cinese, Chang-e 5 punterà ad un altro obiettivo ambizioso, il trasporto a terra di materiale lunare con una sonda automatica.
Ai primi dell'anno una missione della NASA, New Horizon, partita 13 anni fa, ha sorvolato il più lontano oggetto mai visitato da una sonda artificiale, un asteroide della fascia di Kuiper chiamato Ultima Thule, lungo circa 15 km e distante circa 6 miliardi di chilometri dal sole. Ultima Thule si trova in una zona del sistema solare che si estende al di là dell' orbita del più lontano corpo celeste, Plutone, in precedenza considerato il nono pianeta poi declassato a pianeta nano. Si tratta di una fascia estesissima, che lambisce l'orbita di Nettuno a 4,5 miliardi di chilometri e si estende fino ad almeno 7,5 miliardi di chilometri dal sole. È una zona gelida e remota dove gli asteroidi sono formati di elementi leggeri ghiacciati, a differenza della fascia principale, localizzata tra Marte e Giove, formata da asteroidi rocciosi. In entrambi i casi i planetesimi che formano queste fasce stanno ad indicare un processo di aggregazione planetaria che si è interrotto, probabilmente a causa dei disturbi gravitazionali indotti dai pianeti formatisi sulle orbite adiacenti, non portando a compimento la formazione di un piccolo pianeta roccioso (fascia principale) o di un piccolo pianeta gassoso (fascia di Kuiper).
Il fascinoso nome di questo corpo ghiacciato, che significa posto remoto al di la dal mondo, è stato scelto nel 2018 dopo una consultazione pubblica. È uno fra più di 100.000 oggetti che formano questa fascia la cui massa complessiva è probabilmente molto minore di quella della terra. Se il record della maggiore distanza mai raggiunta da un satellite artificiale rimane saldamente nelle mani dei due Voyager che in 35 anni hanno percorso 20 miliardi di chilometri ciascuno uscendo addirittura dalla bolla di plasma che delimita il sistema solare, sono piuttosto rari i casi di avvicinamento o addirittura di atterraggio di sonde interplanetarie su asteroidi o comete. Ricordiamo nel 2014 il rocambolesco atterraggio di Philae, la sonda secondaria del satellite ESA Rosetta, dopo dodici anni di inseguimento della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, proveniente anch'essa dalla fascia di Kuiper. Dopo il primo contatto vi fu un rimbalzo ad alcuni km di altezza durato alcune ore, al limite della capacità di attrazione gravitazionale del piccolo corpo celeste lungo meno di 4,5 chilometri, pari ad un centomillesimo della forza gravitazionale della terra. Fortunatamente dopo un paio di rimbalzi più piccoli, Philae si incastrò contro una parete rocciosa sulla superficie cometaria e inviò per alcune ore i dati raccolti dai suoi sensori. Lo scorso settembre la sonda giapponese Hayabusa 2 ha raggiunto il piccolissimo asteroide Ryugu (meno di 1 chilometro) facendovi scendere due nano satelliti robotizzati che si sono adagiati sulla superficie dopo alcuni rimbalzi. L'ambiziosissimo obbiettivo della sonda giapponese è quello di riportare sulla terra polvere e frammenti dell'asteroide per poterli analizzare in dettaglio nei nostri laboratori.
Per quale motivo c'è tanto interesse per i corpi minori che vagano nell'immensità del vuoto interplanetario? Si tratta di materiale protoplanetario, formato direttamente per aggregazione della polvere della nebulosa presente in questa zona del cosmo 4,5 miliardi di anni fa, permettendoci di accedere a delle informazioni preziose sull'origine del nostro sistema solare. Ma sono anche potenziali sorgenti di materie prime per future missioni interplanetarie. Nello spazio infatti, una pompa di benzina può anche assumere la forma di un asteroide ghiacciato da cui estrarre, ad esempio, idrogeno e ossigeno.