San Valentino e la coppia "ecobonus"
San Valentino e la coppia "ecobonus"
Qualche giorno fa era la festa degli innamorati. Nei ristoranti tante coppiette, ognuna diversa ma tutte un po’ uguali. Di tutte quelle che ho visto, la mia preferita è la “coppia cinofila”. Quella che lui parla e lei gli aggiusta il colletto della camicia, lo pettina, gli toglie i pelucchi dalla giacca, come si farebbe al cane. Se al bar lui ordina una Coca Cola, lei interviene «no che la te gonfia!», se ordina vino «varda che dopo te devi guidar» e allora lui con lo sguardo di un cocker che ha fatto la cacca sul tappeto chiede «l’acqua, la bevo gasada o naturale?».
Poi c’è la coppia “cosa voreset dir?”. Quando parlano, s’interrompono continuamente per chiedersi spiegazioni che non avranno mai. Lei dice «Me ricordo na volta che feva fret…» «Beh, tì te senti fret anca a ferragosto!» e lì arriva il «Cosa voreset dir?». E a quel punto si chiedono una spiegazione per ogni parola detta negli ultimi dieci anni.
Poi c’è la coppia “ecobonus”, anche chiamata coppia a risparmio energetico. Loro hanno un solo credo: non spendere. Nessuno va a trovarli perché se ti offrono un caffè vogliono lo scontrino, non escono mai di casa, e se li inviate fuori a cena vi guardano come se gli aveste proposto un’orgia, e vi dicono «Se el saveven prima volentieri, ma sen zà en pigiama» anche se la cena è a capodanno e gli avete telefonato in aprile. Questi hanno un solo obiettivo nella vita: diventare i più ricchi del cimitero.
Per fortuna però, ci sono anche delle coppie allegre, come la “coppia perfetta”. Sono meravigliosi. Due fidanzatini pieni di attenzioni. Quando stanno insieme sono fantastici. Quando sono separati, pure. Qual è il loro segreto? Essere felicemente sposati. Con altre due persone. «Buon S. Valentino amore mio» «Grazie, anche a te e famiglia».