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Se il Covid si fa sentire a lungo

Il Long Covid comprende una varietà di sintomi che persistono per settimane o mesi dopo la fase acuta dell'infezione

di Fabio Diana

Il Long Covid comprende una varietà di sintomi che persistono per settimane o mesi dopo la fase acuta dell'infezione da Sars-CoV-2, spesso indipendentemente dalla gravità dell’infezione acuta. Interessa un numero importante di persone, e, visto il fatto che si manifesta spesso in modi molto diversi, è sicuramente sottostimato.

Secondo studi recenti, più di una persona su 3 di chi ha avuto il Covid 19 ha almeno un sintomo non risolto dopo 4 mesi, con una prevalenza più alta in chi è stato ricoverato.

Come si manifesta

Il Long Covid si presenta con una vasta gamma di sintomi che possono coinvolgere diversi organi ed apparati. Tra i più comuni troviamo fatica cronica (una stanchezza persistente che non migliora con il riposo e che può peggiorare con l'attività fisica o mentale), problemi respiratori (difficoltà di respiro, tosse persistente spesso associati a dolori toracici simulanti problemi cardiaci), disfunzioni cognitive (difficoltà di concentrazione, perdita di memoria e "nebbia cerebrale"), sintomi cardiovascolari (palpitazioni, dolore toracico e aritmie), problemi gastrointestinali (dolore addominale, diarrea e nausea), sintomi neurologici e psichiatrici (ansia, depressione, disturbi del sonno e sofferenza dei nervi), persistenza di alterata sensibilità al gusto ed agli odori.

Può quindi manifestarsi in modo notevolmente diverso da una persona all’altra, colpendo di solito il punto più debole. L'infezione virale può causare danni diretti agli organi, in particolare ai polmoni, cuore e cervello, ma nella maggior parte dei casi si verifica una situazione infiammatoria generale con alterazione della risposta del sistema immunitario e del sistema nervoso.

L’infiammazione a carico dei vari organi può permanere per la persistenza del virus o di parti del virus, dimostrata esserci anche per molti mesi dopo l’infezione. Oggi mi soffermerò soprattutto sulle conseguenze a carico di muscoli, articolazioni e sulle problematiche reumatologiche conseguenti ad infezione da Covid 19.

Chi si è ammalato di Covid può sviluppare una malattia reumatologica?

Sono stati descritti, e ho anche potuto verificare nella mia attività di internista, molti casi di persone che hanno sviluppato malattie autoimmunitarie, come artriti, o malattie infiammatorie croniche, dopo aver contratto l’infezione virale. A Hong Kong, per un anno e mezzo, hanno condotto uno studio su un milione di soggetti che avevano contratto Covid 19.

Confrontati con 3 milioni di persone che non avevano contratto l’infezione, i risultati hanno evidenziato come chi aveva avuto Covid mostrava un rischio di sviluppare malattie reumatologiche (spondiloartriti, artrite reumatoide e vasculiti) nettamente superiore rispetto alle persone che non avevano avuto l’infezione. Dolori a muscoli, tendini e articolazioni, persistenti e anche intensi e invalidanti, sono un altro sintomo molto comune dichiarato da chi ha avuto Covid 19.

Evidenze scientifiche

Diversi studi hanno esaminato la prevalenza e la natura dei sintomi muscoloscheletrici nei pazienti con Long Covid. In uno studio pubblicato su The Lancet, è stato riscontrato che il 63% dei pazienti riferiva affaticamento e il 44% riportava dolori muscolari fino a 60 giorni dopo l'infezione acuta. Un altro studio ha rilevato che circa il 20% dei pazienti presentava dolori articolari persistenti a distanza di sei mesi dall'infezione. Alcuni studi mettono in evidenza come peggioramento o insorgenza di malattie reumatologiche si possono avere dopo la vaccinazione per il Covid 19, anche se in modo nettamente meno rilevante rispetto all’infezione virale. Importante è riconoscerle e trattarle nel modo adeguato.

Che fare?

Le principali strategie di gestione includono nutrizione e integrazione, supporto psicologico o fisioterapico, ozonoterapia e farmaci. Al momento alimentazione e integrazione, in particolare con arginina, vitamina C, zinco e vari antiossidanti,, risultano essere efficaci e di rilevante importanza nel ridurre l’infiammazione generale. A livello muscolare l’ozonoterapia ha risultati rilevanti sulla riduzione dell’infiammazione locale e della fatica. Il microbiota intestinale gioca un ruolo cruciale nella modulazione della risposta immunitaria e può essere significativamente influenzato dal Covid-19, contribuendo ai sintomi del long Covid.

Migliorare la salute del microbiota intestinale potrebbe quindi essere una strategia efficace per alleviare alcuni dei sintomi associati al long Covid. Importante rilevare come sia fondamentale, in caso di infezione virale e non solo da Covid 19, un adeguato riposo e un’adeguata terapia di supporto, con integratori e farmaci al bisogno, anche considerando la circolazione del virus tuttora presente.

Fabio Diana
Specialista in Medicina Interna e Medicina dello Sport
www.fabiodiana.it

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