Scuola elementare,in attesa di 3 milioni
Polo unico per Lodrone, Baitoni, Bondone: finanziamento rinviato di un mese. Si aspetta dalla Provincia il via libero definitvo per il finanziamento della realizzazione del nuovo plesso, che costerà 3 milioni di euro
STORO - Siamo sul rettilineo d'arrivo, ma formalmente manca ancora qualche carta. Si può riassumere così la situazione della realizzanda scuola elementare che ospiterà gli alunni di Lodrone, Baitoni e Bondone, illustrata l'altra sera dall'assessore all'istruzione del Comune di Storo, Ennio Colò , ad un centinaio di genitori. Partiamo dal fondo: dalla carta mancante, aspetto fondamentale nella «società delle carte». È una lettera della Provincia, che deve confermare definitivamente il finanziamento per la realizzazione del nuovo plesso, che costerà 3 milioni di euro. Sarebbe dovuta arrivare, come ha spiegato Colò, entro il 31 gennaio, ma i termini sono stati spostati di un mese. Questo è solo l'ultimo inghippo di una storia il cui primo capitolo è stato scritto nel 2002. Per la verità, c'è una premessa che risale addirittura al 1996, quando l'allora assessore provinciale Vincenzo Passerini diede il via alla chiusura delle «scuolette». C'era l'ipotesi di chiudere Darzo, Lodrone e Baitoni per realizzare un unico plesso, a Lodrone, ma tramontò per spaccature interne all'allora maggioranza comunale, retta dal sindaco Pippo Scaglia , nella quale passò la linea di una progressiva chiusura di tutti e tre i plessi per avere una unica scuola elementare a Storo. Di conseguenza, il solo plesso chiuso fu quello di Darzo. Va detto, con l'appoggio dell'allora minoranza di Colò, che pur di vedere la maggioranza spaccarsi al proprio interno non appoggiò l'anima che voleva il secondo plesso e si astenne in consiglio comunale, lasciando che passasse per un pugno di voti l'ipotesi plesso unico a Storo. La storia dice che il mondo cambia. Tornati in sella, Colò e amici avviarono l'iter per la realizzazione del secondo polo, per i bambini di Lodrone, Baitoni e Bondone, essendo ormai quelli di Darzo a Storo. Siamo al settimo anno e si stanno ancora aspettando carte. Motivo? La prima parola che viene alle labbra è «burocrazia». Colò ne aggiunge un'altra: contrarietà. Per dimostrarlo, ha raccontato ai genitori della telefonata «minacciosa» di un caposervizio provinciale, e poi della bocciatura della prima domanda, «che doveva avere la priorità per legge, in quanto era legata a scuole soppresse», perché «non indicava espressamente la localizzazione dove la scuola sarebbe stata realizzata». Nel 2004 si riaprirono i termini: durata dell'istruttoria diciotto mesi e parere positivo nel 2006. Nel frattempo, la scuola di Baitoni era stata chiusa, ma nelle polemiche: infatti, alcuni genitori portarono a Storo i loro figli, spiegando che Lodrone era troppo piccola. Il 2007 porta il progetto esecutivo. L'acquisizione dei terreni è stata fatta e «gli uffici - per dirla con Colò - sono pronti per espletare le pratiche di appalto». (Articolo completo sull'Adige cartaceo)
Giuliano Beltrami