«Dellai non può direche non sapeva nulla»
Per Maurizio Fugatti (Lega Nord) in Trentino malaffare diffuso fra Provincia, Cooperazione e mondo economico-imprenditoriale. «C’è chi accetta che Grisenti sia capro espiatorio e poi fa come le tre scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano» Leggi i verbali sull'Adige cartaceo
TRENTO - «Per la Lega nulla di nuovo sotto il sole, purtroppo». È laconico il primo commento di Maurizio Fugatti, deputato e segretario provinciale del Carroccio, ai verbali dell'interrogatorio di Collini pubblicati ieri dall'Adige. La sua giunge come voce di uomo che da mesi grida nel deserto. Metaforicamente è un po' rauca e affaticata a forza di ripetere gli stessi concetti ad un Trentino che pare indifferente, ma prende nerbo frase dopo frase. «Collini è parte del sistema di malaffare instauratosi in Trentino - attacca Fugatti -. Quello che più fa specie è pensare che all'interno di questo sistema ci siano persone che accettano la crocifissione di Silvano Grisenti come una sorta di capro espiatorio, e per tutto il resto fanno come le tre scimiette che non vedono, non sentono, non parlano». Una volta partito, il segretario della Lega non lascia nulla alla lettura fra le righe del suo pensiero: «Il sistema a cui mi riferisco comprende governo provinciale, macchina amministrativa della Provincia, Cooperazione e mondo economico ed imprenditoriale. Un sistema plasmato politicamente da Lorenzo Dellai che ne è la mente e che per questo motivo non può dire di non sapere mai nulla. Venendo al caso specifico, è stato lui o no a spostare Grisenti dall'assessorato ai lavori pubblici alla presidenza dell'A22? A chi vuol far credere che non sapeva nulla dei contatti fra lo stesso Grisenti e Collini?». Sorpresa, ma non poi troppa, Fugatti la manifesta pure rispetto al ruolo che emerge dall'inchiesta Giano Bifronte di alcuni dirigenti provinciali: «Anche qui, in realtà, la Lega non ha scoperto nulla di nuovo, come dimostrano le tante interrogazioni presentate anche prima della Giano Bifronte. Ora però si può dire senza tema di smentita che ci sono dirigenti provinciali più funzionali di altri al sistema». La sorpresa vera di Fugatti, che è quasi sconcerto, si riferisce ai trentini: «Quello che più mi colpisce è l'indifferenza dei trentini di fronte a ciò che sta accadendo, ma analizzando il voto delle Provinciali di ottobre, devo dedurre che forse in fondo ai trentini stia bene così anche se dentro la voglia di cambiare sono convito sarebbe tanta. Il sistema messo in piedi da Dellai però è vendicativo e ricattatorio, quindi hanno tutti paura a mettersi contro». Il deputato di Avio parla in generale del trentino medio, ma le conseguenze che scudisciano le tira per le realtà economico-imprenditoriali, «legate a doppio filo con la politica - affonda - ed i cui componenti fanno i "fenomeni" votando Pdl alle Politiche ed alle Europee, salvo dare il voto a Dellai alle Provinciali per paura di perdere i sussidi di mamma Provincia». Sulla possibilità che il panorama possa cambiare tra 4 anni, Fugatti dopo l'occasione sfumata in ottobre, è realisticamente scettico: «Servirebbe un sussulto d'orgoglio dei trentini, ma il sistema è forte e può perpetuarsi anche dopo Dellai».