Ospedale Tione: futuro incerto «Servizi e qualità a rischio»
Esasperazione e rabbia per l’impasse del polo sanitario di Tione: adesso gli amministratori chiedono risposte. «Struttura in condizioni d’emergenza lontana dagli standard minimi, e nella quale i giudicariesi non hanno fiducia». L'assessore provinciale alla sanità Ugo Rossi da mesi prova a tranquillizzare, parlando di voli notturni - che si dicono imminenti - ma i cieli giudicariesi tacciono
GIUDICARIE - «Cosa farà l'ospedale di Tione da grande?» chiede Ermanno Sartori , membro del Consiglio per la salute delle Giudicarie. Gli amministratori giudicariesi vogliono risposte dall'Azienda per i servizi sanitari.
Una richiesta reiterata da così tanto tempo da diventare un'accusa d'inerzia. Ci sono esasperazione e rabbia, rassegnazione e urgenza, un mix di emozioni e rivendicazioni che diventa univoco contro l'empasse nel quale è imbrigliato il polo sanitario tionese davvero da troppo tempo. «Si parla di un sistema nuovo, a rete, per l'intera provincia - spiega Giorgio Zappacosta , medico condotto e delegato del comune di Stenico in materia - ma non sappiamo quale sarà il ruolo di Tione e intanto, per di più con gravi ritardi, va avanti una ristrutturazione basata su una visione della sanità trentina vecchia di dieci anni, che oggi, ci dicono, non è più quella. E allora, perché stiamo proseguendo lavori che andranno avanti ancora per anni? Cosa faremo poi, ricominceremo per ri-adeguarlo alle nuove direttive?». La stessa esasperazione per l'assenza di un progetto nelle parole di Stefano Galli , sindaco di Pelugo: «È da almeno dieci anni - denuncia - che il destino dell'ospedale di Tione è stato segnato nel completo disinteresse della società locale a tutti i livelli».
L'assessore provinciale alla sanità Ugo Rossi da mesi prova a tranquillizzare, parlando di voli notturni - che si dicono imminenti, ma i cieli giudicariesi tacciono - Pronto soccorso e Ortopedia all'avanguardia, Medicina e Chirurgia nel nuovo ospedale, ma un piano di azioni concrete latita.
Si alzano tante voci in Giudicarie, che cercano di superare la melma di una burocrazia elefantiaca e scalfire i temporeggiamenti pre-elettorali. Voci che il Consiglio per la salute di Comunità ha raccolto in un documento al vaglio dei sindaci. Si chiedono risposte e un servizio efficiente, ma soprattutto vi si racconta di un ospedale in condizioni di emergenza, lontano dagli standard minimi, e di «un vissuto negativo presente nella popolazione giudicariese nei confronti della struttura ospedaliera nel suo complesso». Tradotto: i giudicariesi nell'ospedale di Tione non hanno fiducia. Lo testimoniano, ad esempio, i nascituri: sono circa 500 all'anno sul territorio, ma solo 198 di loro sono venuti alla luce a Tione. «Anche al netto delle situazioni più complesse e di emergenza, che vanno al Santa Chiara, è plausibile immaginare che almeno 150 mamme abbiano deciso volontariamente di non servirsi di Tione» stima Ermanno Sartori.
In Comunità le carenze dell'ospedale sono state messe nero su bianco: il Pronto soccorso è presidiato solo da due medici e un libero professionista e le strutture soffrono di gravi carenze, ma i lavori previsti verranno realizzati solo fra qualche anno, alla conclusione degli attuali; in tutti i reparti manca personale, il caso più grave a Ostetricia e Ginecologia, dove manca il primario da mesi, i medici dovrebbero essere 6 e invece sono 4, il ginecologo e l'anestesista sono presenti solo nelle ore diurne infrasettimanali - per weekend, festivi e dalle 20 alle 8 sono solo reperibili - il pediatra neonatologo si trova solo 3 volte a settimana; Ortopedia fatica a far fronte alle richieste, mentre a Radiologia è arrivata in autunno una nuova Tac, che non è usata come si potrebbe perché ci sono solo due medici, uno dei quali part-time».
La situazione, così com'è, va affrontata in fretta, concordano gli amministratori, mentre sul futuro dell'ospedale, le idee sono varie: c'è chi segue la linea di Mattia Gottardi , sindaco di Tione, che non transige sul punto nascite - «non si può ragionare solo sui numeri e non possiamo pensare di mandare le donne a partorire in elicottero a Trento» dichiara - altri sono più possibilisti, come Ermanno Sartori «stante le attuali condizioni è meglio venga chiuso, per puntare magari su servizi alternativi come una rete di consultori».
Dialettica a parte, le Giudicarie attendono risposte concrete, ma quanto si può aspettare per un ospedale efficiente e sicuro, nel 2013?