Il regalo di Mirco ai malati di oncologia
Dodici nuovi televisori Led da 22 pollici donati al centro oncologico dell'ospedale Santa Chiara, perfettamente funzionanti, con tanto di cuffia wireless per consentire l'ascolto senza disturbare il vicino di letto. «Un pensiero da Mirco» recita la frase riportata nell'angolo in basso a destra di ciascun apparecchio televisivo. L'autrice del generoso gesto è Debora Tait, la moglie di Mirco Conci che è venuto a mancare nel giugno 2011, a soli 37 anni, proprio a causa di un tumore
Dodici nuovi televisori Led da 22 pollici donati al centro oncologico dell'ospedale Santa Chiara, perfettamente funzionanti, con tanto di cuffia wireless per consentire l'ascolto senza disturbare il vicino di letto. «Un pensiero da Mirco» recita la frase riportata nell'angolo in basso a destra di ciascun apparecchio televisivo. L'autrice del generoso gesto è Debora Tait, la moglie di Mirco Conci che è venuto a mancare nel giugno 2011, a soli 37 anni, proprio a causa di un tumore.
«Durante terapie e ricoveri il tempo per i malati del reparto trascorre molto lentamente - ricorda Debora, oggi 36enne - e Mirco aveva espresso il desiderio di comprare un televisore per ogni camera del reparto, quando fosse guarito». Purtroppo Mirko non ha potuto realizzare il suo intento. E la moglie Debora ha voluto sostituirsi a lui: ieri ha avuto luogo la consegna ufficiale degli apparecchi televisivi al reparto, cui ha partecipato anche il piccolo Mattia di soli sei anni, figlio di Mirco e Debora. I fondi per l'acquisto dei televisori - circa 3000 euro - provengono da una colletta generale cui hanno partecipati amici e colleghi, conoscenti e familiari di Mirco. «Onestamente questa iniziativa è nata quasi per caso - commenta Debora. - Dopo aver comunicato alla famiglia di Mirco il suo desiderio, la voce si è sparsa e molti mi hanno contattata per consegnare un po' di denaro utile a questa nobile causa». Oggi, dopo due anni, i televisori sono in reparto e vengono utilizzati dai pazienti per trovare sollievo, alleggerire la tensione e staccare un po' con la testa durante le lunghe ore di permanenza in ospedale. «Indubbiamente è stato un percorso lungo - racconta Debora - Non sapevo a chi rivolgermi, almeno inizialmente. Poi ho incontrato nella persona dell'assessore Ugo Rossi sensibilità e disponibilità: grazie a lui il percorso burocratico è stato più semplice e scorrevole». Anche se, ad onor del vero, è stata la parte pratica a destare le maggiori difficoltà: «Di primo impatto sembrava che i televisori non Si potessero collegare a causa della mancanza di collegamento con l'antenna - spiega Debora - ma grazie alla collaborazione dell'Apss e di tutto il personale del reparto abbiamo potuto raggiungere il traguardo prefissato». Debora dimostra tutta la sua forza quando i cronisti le chiedono di parlare del marito: «Mirco era generoso e buono, educato ed altruista. Quando ci siamo conosciuti è stato amore a prima vista - ricorda - siamo stati fidanzati per oltre quattro anni e sposati per dieci». Il destino ha voluto che Mirco scoprisse di essere malato di tumore ai polmoni a 32 anni, proprio in corrispondenza di alcuni esami per diventare donatore di sangue. «Allora Mattia aveva poco più di un anno e mezzo» racconta Debora. Sono seguiti quasi cinque anni di speranza e sofferenza, di battaglia quotidiana. «Purtroppo scoprimmo subito che la composizione della massa tumorale era delle peggiori per letalità - dice Debora - Ma questo non ci ha impedito di proseguire il duro percorso con tenacia e speranza. Anche grazie al personale ed ai volontari del reparto di oncologia che è diventato come una famiglia». Del resto, Debora - come Mirco - ha trascorso un sacco di tempo in reparto: subito dopo la malattia del marito la donna ha rinunciato al lavoro per sostenere il consorte. Ora si augura che questa iniziativa sia solo l'inizio: «Donare per aiutare è possibile: impegnamoci a farlo».