Un consiglio straordinario per la revoca dell'appalto del Not

Undici consiglieri provinciali dell'opposizione hanno chiesto al presidente Bruno Dorigatti la convocazione straordinaria del consiglio provinciale per chiedere «alla Provincia la revoca dell'appalto per la costruzione del Not (Nuovo ospedale del Trentino) per salvaguardare la gestione della sanità e l'utilizzo delle risorse pubbliche». Primo firmatario del documento è il consigliere Giuseppe Filippin che già nei mesi scorsi aveva presentato una serie di interrogazioni sull'argomento. Le contrarietà, poi, sono aumentate man mano che le procedure per l'appalto venivano espletate

di Patrizia Todesco

Undici consiglieri provinciali dell'opposizione hanno chiesto al presidente Bruno Dorigatti la convocazione straordinaria del consiglio provinciale per chiedere «alla Provincia la revoca dell'appalto per la costruzione del Not (Nuovo ospedale del Trentino) per salvaguardare la gestione della sanità e l'utilizzo delle risorse pubbliche».
Primo firmatario del documento è il consigliere Giuseppe Filippin che già nei mesi scorsi aveva presentato una serie di interrogazioni sull'argomento. Le contrarietà, poi, sono aumentate man mano che le procedure per l'appalto venivano espletate.
«In giro per l'Italia stanno piangendo per aver costruito con il project financing», dice Filippin. Ma la contrarietà è legata all'appalto o all'idea di costruire un nuovo ospedale? «Sul nuovo ospedale potremmo aprire un altro ragionamento. Ci si può chiedere se vale la pena farlo lì e cosa facciamo della vecchia struttura, visto che ancora nessuno si pronuncia, ad esempio. Ma il problema, attualmente, è proprio la scelta del project financing. Con un bilancio di quasi 5 miliardi, facciamo un appalto dove mettiamo a disposizione 160 milioni per gli stati di avanzamento dei lavori e altri 140 milioni li mettono i privati. Al privato, poi, diamo in gestione molti servizi e che alla fine, fra 20 - 25 anni, pagheremo il tutto un miliardo e 800 milioni. Il privato, ovviamente, non usa soldi propri. Va in banca come avremmo potuto fare noi, avendo però la gestione dei servizi».
Filippin mette in guardia anche su schemi eccessivamente rigidi e fa l'esempio della sostituzione dei macchinari. «È previsto che venga fatta due volte durante gestione, in pratica ogni 10 anni. Allora io dico: se ipoteticamente, dopo un anno, dovesse uscire un'apparecchiatura salvavita noi dovremmo aspettarne altri nove per acquistarla. Ha senso? È questa sanità che vogliamo?», aggiunge Filippin sottolineando che in molte altre realtà italiane stanno tornano sui loro passi.
«Ma è logico. Il privato va in banca a prendere i soldi e quindi deve avere remunerazione sia per pagare gli interessi passivi che la remunerazione dei servizi. Ma non potevamo andare noi a chiedere i soldi e tenerci la gestione? A me sinceramente sembra una follia. Tutti fanno finta di nulla, ma io credo che un dibattito serio e approfondito vada fatto. Poi ognuno può rimanere sulle proprie posizioni, ma almeno si potrà dire "l'avevamo detto"», conclude Filippin.
La posizione del chirurgo nonché consigliere provinciale  Claudio Eccher  sulla questione ospedale è nota. Per lui l'ospedale non andrebbe assolutamente posizionato dove è in programma.  
«Per me, se si potesse rinviare la decisione, vista che non è stata messa la prima pietra, sarebbe meglio - dice. In più questo appalto, nel quale sono stati cambiati parametri, e che quindi costerà di più, non mi convince. Chi tira le fila di questo progetto sono questi grossi studi, ma loro lo fanno per interesse privato e purtroppo questo non coincide con il valore dell'opera che si vuole fare. Questa nostra idea di convocare un consiglio straordinario serve per chiarire anche all'opinione pubblica la posizione di tutti. È troppo importante che la popolazione o gli imprenditori che stanno soffrendo per la crisi sappiano, che si dia loro una risposta ai tanti interrogativi che si pongono. È una questione di trasparenza, se poi si sono spostati paramenti per giusti interessi allora ok, ma la popolazione lo deve sapere. Quando c'è qualche dubbio il politico deve chiarire. Non è per boicottare, l'importante, visto che non è stata messa la prima pietra, è non partire con il piede sbagliato».  
Oltre a Giuseppe Filippin e Claudio Eccher, hanno firmato la richiesta di convocazione straordinaria del consiglio provinciale per chiedere la revoca dell'appalto del nuovo ospedale anche  Marco Sembenotti, Franca Penasa, Claudio Civettini, Luca Paternoster, Alessandro Savoi, Mauro Delladio, Giorgio Leonardi, Rodolfo Borga  e  Pino Morandini.

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