Disabili in Trentino Uno su 10 è un bambino
In Trentino ci sono 10.908 persone disabili. Un numero in continua crescita considerato che nel 2011 erano 9.643 e nel 2010 8.770. Il dato emerge dall'aggiornamento dell'anagrafe dell'handicap della Provincia, curato dal direttore dell'unità operativa di medicina legale dell'Azienda sanitaria Fabio Cembrani e da Veronica Cembrani. Un data-base che proprio quest'anno compie vent'anni
TRENTO - In Trentino ci sono 10.908 persone disabili. Un numero in continua crescita considerato che nel 2011 erano 9.643 e nel 2010 8.770. Il dato emerge dall'aggiornamento dell'anagrafe dell'handicap della Provincia, curato dal direttore dell'unità operativa di medicina legale dell'Azienda sanitaria Fabio Cembrani e da Veronica Cembrani. Un data-base che proprio quest'anno compie vent'anni.
All'interno dell'anagrafe nel report del 2012 appena pubblicato ci sono 16.358 persone (2.256 in più rispetto al Report 2011) che, a partire dal 1992, hanno presentato 21.020 domande finalizzate ad ottenere benefici ed agevolazioni assistenziali. L'aumento della domanda, analizzando i dati statistici, si nota anche dai tassi standarizzati che nel 2912 raggiunge il valore massimo di 38,16/10.000 abitanti.
Aumentano i disabili e aumentano sopratutto quelli di una certa età, fenonome legato all'invecchiamento della popolazione. Le persone con più do 65 anni, infatti, sono passate dal 48.63% registrato nel 2009 al 54,44% del 2012. Diminuiscono, invece, i minori che sono attualmente l'11,67%. Il calo numerico non va di pari passo con una diminuzione della gravità considerato che, tra i più piccoli, si parla soprattutto di handicap permanente grave. Tra la popolazione disabile in età scolare i numeri sono comunque consistenti. 1081 casi nel 2012 contro gli 809, 747, 677 e 616 degli anni precedenti.
Ma quali sono le cause di queste disabilità? In prevalenza di tratta di malattie neurologiche (27,37%) e in aumento quello psichiche, soprattutto demenza legata alle persone over-65.
Per quanto riguarda i riconoscimenti ai soggetti in vita a fine 2012, si parla di 10.712 benefici o agevolazioni assistenziali con un trend in incremento rispetto agli anni precedenti. In 5.393 casi il permesso retribuito di tre giorni per dare assistenza al genitori o parente non ricoverato a tempo pieno; in 1.676 casi agevolazioni fiscali; in 596 casi il diritto del genitore o del familiare che assiste la persona di non essere trasferita in altra sede di lavoro senza il suo consenso; in 588 casi il diritto di scelta della sede di lavoro più vicina al domicilio del genitore o del familiare assistito; in 204 casi il permesso retribuiot del genitore per assistere il minore non ricoverato a tempo pieno; in 562 casi il permesso di due ore al giorno per il lavoratore riconosciuto in situazioni di handicap con connotazioni di gravità, in 545 casi il permesso in alternativa di tre giorni al mese per lo stesso lavoratore.
Tutte agevolazioni richiedibili grazie alla legge-quadro in materia di handicap ma in che direzione dovrebbero andare le scelte dei legislatori per garantire ai disabili e alle loro famiglie un'adeguata assistenza? Secondo i relatori dello studio «occorre invertire quella rotta di tendenza che ha visto, soprattutto nel nostro territorio, privilegiare le forme di long term care realizzate attraverso un esagerato investimento su posti-letto individuati in strutture extra familiari residenziali. Ciò non solo a causa degli elevatissimi costi sociali ma anche perché questo investimento ha dimenticato che tra la domiciliarità e la residenzialità esistono forme di assistenza semi-residenziali come i centri diurni».
Per Cembrani occorre inoltre intervenire sulla domiciliarità senza però scaricare sulle famiglie il peso dell'assistenza che viene spesso affidata a persone poco formate in termini professionali.