«Tagli alla spesa, ma non per noi»

Una centrale di acquisto unica a livello nazionale e l'estensione alle regioni a statuto speciale del meccanismo dei costi standard, per impedire che una benda costi un euro in una regione e tre euro in un'altra. La proposta del ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni, presentata in un'intervista al Corriere della Sera di sabato, se dovesse venire concretizzata, provocherebbe un cambiamento epocale per l'organizzazione sanitaria trentina. Ma, secondo l'assessore provinciale Ugo Rossi, non potrebbe mai essere praticata

santa chiara ospedaleTRENTO - Una centrale di acquisto unica a livello nazionale e l'estensione alle regioni a statuto speciale del meccanismo dei costi standard, per impedire che una benda costi un euro in una regione e tre euro in un'altra.
La proposta del ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni, presentata in un'intervista al Corriere della Sera di sabato, se dovesse venire concretizzata, provocherebbe un cambiamento epocale per l'organizzazione sanitaria trentina. Ma, secondo l'assessore provinciale Ugo Rossi, non potrebbe mai essere praticata.
«Perché il Trentino - spiega - finanzia autonomamente la propria spesa sanitaria, non partecipando al riparto nazionale».
«Da quanto posso immaginare, sapendo che il ministro Saccomanni è tutt'altro che uno sprovveduto - continua - il riferimento è a Sicilia, Sardegna e Friuli Venezia Giulia che, a differenza di noi, Bolzano e Aosta, partecipano alla spesa nazionale».
Interpretarla in altro modo sarebbe un attacco pesantissimo all'autonomia finanziaria e organizzativa delle Autonomie speciali. «Siccome noi non partecipiamo al costo nazionale della sanità, i soldi, nel caso di adegumanto ai costi standard, resterebbero a noi. E allora allo Stato che gliene viene? Nulla. A meno che - ipotizza Rossi - Roma non dica che quello che risparmiamo ce lo tolgno dai nove decimi delle tasse. Ma il governo non può farlo».
Allargando il discorso, perché comunque non applicare anche qui i costi standard e dirottare su altri servizi ai cittadini eventuali risparmi di spesa che venissero dalla sanità? «Bisogna vedere di cosa si tratta: se i costi standard sono intesi come la mediana del commissario Bondi mi sembrano inutili. Sbagliato dire, per esempio, che sulle spese per il riscaldamento o per il lavaggio delle lenzuola sono virtuose le regioni che stanno sotto la mediana e sprecone le altre. Magari, significa semplicemente che lavano la biancheria meno degli altri e che non utilizzano i termosifoni».
Insomma, non si tratta di criteri seri. «E poi - chiude l'assessore - in Trentino siamo noi che decidiamo quando spendere per la sanità. E se investiamo più degli altri è per una scelta politica ben precisa».

comments powered by Disqus