Precari in rivolta sulle chiamate via sms
C'è chi lo definisce «delirio da sms», chi parla di «mercato delle vacche», chi denuncia di aver ricevuto messaggi indecifrabili. Sta suscitando proteste fra gli insegnanti precari il nuovo sistema di chiamata per il conferimento degli incarichi ai docenti inseriti nelle graduatorie d'istituto. A sollevare la questione è, fra gli altri, il «Gruppo precari3fascia-AdidaTN», che in una nota, firmata da Elisa Zancan e Alessandra Decarli, si dice «indignato e basito di fronte a questa situazione di delirio a pochi giorni dall'inizio delle lezioni»
C'è chi lo definisce «delirio da sms», chi parla di «mercato delle vacche», chi denuncia di aver ricevuto messaggi indecifrabili.
Sta suscitando proteste fra gli insegnanti precari il nuovo sistema di chiamata per il conferimento degli incarichi ai docenti inseriti nelle graduatorie d'istituto. A sollevare la questione è, fra gli altri, il «Gruppo precari3fascia-AdidaTN», che in una nota, firmata da Elisa Zancan e Alessandra Decarli, si dice «indignato e basito di fronte a questa situazione di delirio a pochi giorni dall'inizio delle lezioni».
L'attesa, dunque, si fa ancora più snervante a causa del meccanismo provinciale che ha sostituito le telefonate con i messaggini. «Il calendario delle chiamate - si legge nella nota - è partito il 5 settembre, seminando panico. Le linee telefoniche di istituti e dei sindacati erano intasate per richieste di istruzioni e chiarimenti dei docenti che ponevano interrogativi sul funzionamento di un sistema pieno di problematiche». Si sottolinea, poi, che la Provincia «solo al secondo giorno di chiamate via Sms ha fornito alcune precisazioni in merito a segnalazioni di docenti e sindacati». Il comunicato, che critica anche l'atteggiamento dei sindacati, parla di un sistema «imposto senza consultare le parti coinvolte che da mesi avanzavano proposte alternative». Si menzionano, poi, le «moltissime le testimonianze di docenti disperati che non sapendo come muoversi hanno rischiato di non lavorare proprio, nonostante le valanghe di Sms contenenti proposte di incarichi che non si sapeva a chi sarebbero realmente spettati». Si denuncia, infine, che il «danno subìto dai docenti della secondaria che hanno accettato incarichi brevi o di poche ore e ne hanno persi di molto migliori per paura di essere depennati da tutte le graduatorie, solo per colpa delle indicazioni errate date dagli istituti». Un'«ingiustizia», insomma, che si aggiunge al disagio di anni di precariato.
Un altro gruppo di insegnanti solleva, invece, in un documento che porta in calce 57 firme, le difficoltà per i docenti di scuola secondaria abilitati con il tirocinio formativo attivo (Tfa), complesso percorso di selezione indetto dal ministero. «Chi fra gli 11 mila abilitati Tfa italiani era in graduatoria nell'ultimissima fascia - si legge - lì rimarrà e lavorerà con gli avanzi degli avanzi delle supplenze; chi non lo era, ossia i pochi neolaureati riusciti a passare le selezioni nonostante l'handicap di decine di punti in partenza, è rimasto fuori e probabilmente non accederà neppure ai suddetti avanzi».
Si ricorda, poi, che sul tema è in atto una forte mobilitazione nazionale e si sottolinea che in Trentino la giunta provinciale «ha deliberatamente scelto di prorogare le graduatorie d'Istituto (quelle per le supplenze), nonostante il 2013 fosse previsto anno di riapertura, dunque nell'incipiente anno scolastico nessuno dei 150 Tfa trentini potrà far valere nella scuola pubblica locale una regolare abilitazione nazionale». Da qui la richiesta a piazza Dante affinché introduca quantomeno nel regolamento per l'apertura 2014 delle graduatorie d'istituto, ora in preparazione, «differenziazioni di punteggio» per dare un riconoscimento a chi ha superato le selezioni Tfa, abbandonando il criterio della prevalenza della sola anzianità di servizio «dura e pura», perché «l'esperienza pregressa, pur essendo una risorsa preziosa (e perciò già giustamente valutata nei punteggi delle graduatorie) non può rappresentare l'unico e univoco criterio di merito».