La ricetta elettronica è diventata realtà
Sono quaranta i medici di medicina generale che hanno già aderito alla ricetta elettronica e quindi ieri, giorno previsto per il via al progetto, anziché consegnare ai loro pazienti la tradizionale ricetta rossa, hanno fornito il promemoria con codice su un normale foglio A4 o, in un numero limitato di casi, hanno eliminato totalmente la carta e inserito la richiesta direttamente sulla tessera sanitaria. Un avvio non senza intoppiSegnalateci (internet@ladige.it o con un commento a questa news) le vostre esperienze, sia positive sia negative
Sono quaranta i medici di medicina generale che hanno già aderito alla ricetta elettronica e quindi ieri, giorno previsto per il via al progetto, anziché consegnare ai loro pazienti la tradizionale ricetta rossa, hanno fornito il promemoria con codice su un normale foglio A4 o, in un numero limitato di casi, hanno eliminato totalmente la carta e inserito la richiesta direttamente sulla tessera sanitaria. Un avvio non senza intoppi, ma a mezzogiorno - garantisce il responsabile informatico dell'Azienda sanitaria Leonardo Sartori - erano già state inviate 600 ricette elettroniche. Di queste una parte le hanno compilate i medici di medicina generale, altre circa 30 medici ospedalieri i quali sono tutti dotati del software necessario. Come detto sono 40 al momento i medici di medicina generale che hanno aderito al progetto. Si tratta del 10% del totale, ma in Azienda si ritengono comunque soddisfatti in quanto al momento non è stato inserito alcun obbligo, bensì - spiegano - «sono stati offerti ai medici gli strumenti per aggiornarsi».
I limiti del sistema entrato nel vivo ieri non sono comunque pochi, soprattutto, dal punto di vista organizzativo, per i medici che hanno una segretaria, per gli studi associati o per i medici che lavorano in più ambulatori e sono dotati di pc fissi.
Per il reale cambiamento occorre poi anche il contributo dei pazienti che devono modificare il consenso che hanno rilasciato per la privacy. Con il consenso numero uno il paziente accetta di ritirare i farmaci solo in tre farmacie, con il numero due in tutte le farmacie e con il 3, in caso di consenso mai rilasciato, il medico deve comunque rilasciare il promemoria, ossia il foglio bianco con il codice a barre da presentare in farmacia. È evidente che in questo caso i benefici per il paziente sono limitati. Solo con il consenso pieno la novità sarà totale, ossia il paziente potrà recarsi direttamente dal farmacista (dopo aver contattato anche solamente telefonicamente il medico) e questo leggerà con lo scanner la tessera e potrà verificare sul proprio computer la o le prescrizioni di farmaci che il medico di base o ospedaliero avrà indicato. Altro inghippo riguarda la necessità che tutti i farmaci contenuti nella ricetta vengano consegnati. Una volta fatta richiesta anche solo di una parte dei farmaci contenuti in una ricetta questa viene annullata e quindi il paziente, nel caso la farmacia non avesse la disponibilità totale dei prodotti prescritti, deve o cambiare esercizio oppure attendere che i farmaci siano tutti disponibili.
Nel caso l'assenso non sia ancora stato dato, il paziente può comunque chiedere al medico di stampare il numero di 22 cifre legato alla ricetta e presentarsi con questa in farmacia.
Oltre al vantaggio per il paziente, soprattutto quelli cronici, che possono evitare ora di recarsi ogni volta dal medico, la novità persegue altri due obiettivi: il primo è ridurre gli accessi agli ambulatori dei medici di base, il secondo è ridurre i costi legati alla ricetta cartacea (diverse centinaia di migliaia di euro, considerato che sono oltre 6 milioni quelle stampate in Trentino annualmente).