Upt: «Mammografia in tutti gli ospedali»
«Mammografia serve anche negli ospedali periferici, no ai tagli in sanità fatti solo per risparmiare». È la linea del gruppo Upt in consiglio provinciale, ribadita in un comunicato firmato dai tre consiglieri: Gianpiero Passamani, Pietro De Godenz e Mario Tonina. La puntualizzazione arriva anche per replicare alle considerazioni espresse dal presidente dell'Ordine provinciale dei Medici trentini, Giuseppe Zumiani, in un'intervista pubblicata sull'Adige Discutine sul blog di Patrizia Todesco
«Mammografia serve anche negli ospedali periferici, no ai tagli in sanità fatti solo per risparmiare». È la linea del gruppo Upt in consiglio provinciale, ribadita in un comunicato firmato dai tre consiglieri: Gianpiero Passamani, Pietro De Godenz e Mario Tonina. La puntualizzazione arriva anche per replicare alle considerazioni espresse dal presidente dell'Ordine provinciale dei Medici trentini, Giuseppe Zumiani, in un'intervista pubblicata sull'Adige.
«Innanzitutto - affermano - condividiamo la necessità di ragionare su un piano di riorganizzazione complessivo del sistema sanitario trentino; chiediamo con forza però che il processo venga portato avanti con estrema chiarezza e con la massima condivisione con i cittadini e gli enti locali interessati al fine di evitare nuove e sterili polemiche come accaduto nelle scorse settimane.» I tre upitini chiedono che, prima di procedere con i tagli imposti dalla spending review, si sappia quali saranno, valle per valle, le specialità e le eccellenze che si vogliono implementare.
L'Unione chiede che negli ospedali di valle siano garantiti quei servizi di base che altrimenti i cittadini rischiano di andarsi a cercare nelle province vicine alimentando il fenomeno della mobilità passiva e arrecando così un grave danno alle casse del sistema sanitario provinciale. «Il rischio concreto - dicono i tre consiglieri a proposito del caso specifico della mammografia, che l'assessore Borgonovo Re ipotizza di concentrare a Trento e Rovereto con strumentazione moderna e più precisa - è che la Valle di Fiemme e la Val di Fassa possano gravitare sull'ospedale di Bolzano, il Primiero e la Bassa Valsugana su Feltre, eccetera. Certamente si potrà obiettare che garantire i macchinari per la mammografia in ogni valle possa costare di più ma non si tiri in ballo la competenza, ad oggi testata come ottimale in ogni presidio ospedaliero delle nostre valli, dato che i tecnici che effettuano l'esame sono gli stessi che lo effettuano a Trento ed anche la lettura viene fatta al S.Chiara.»
Insomma, l'Unione non ci sta e considera giusto che quegli stessi strumenti innovativi e moderni siano portati in ogni ospedale del Trentino in modo da garantire un servizio basilare per la cittadinanza. «Non facendolo - prosegue la nota - rischieremo di abdicare al nostro ruolo di Provincia autonoma e fieramente popolata anche nelle zone di montagna. Negli ultimi decenni, infatti, il Trentino non ha subito lo spopolamento delle valli e non ha visto le periferie delle principali città ingrossarsi a dismisura perché ha saputo garantire ad ogni territorio determinate garanzie di base, quali appunto quella sanitaria e scolastica, e ha saputo far sentire dare i servizi ritenuti essenziali ad ogni cittadino tentino.»
Garanzia che il gruppo provinciale dell'Unione per il Trentino è determinato a mantenere. «Non - assicurano - per strumentalizzazione elettorale bensì autonomia responsabile. La politica nazionale e trentina non può esimersi dal difficile contesto economico che ci circonda ma la soluzione non può essere un taglio lineare di questo o quel reparto ospedaliero col mero scopo di risparmiare fondi, altrimenti dimostreremo ai nostri concittadini di non essere capaci di assumerci quelle scelte responsabili per cui i trentini ci hanno concesso la loro fiducia solamente pochi mesi fa. La politica è fatta di scelte coraggiose: scriviamo assieme le regole della nuova struttura istituzionale autonomistica a partire dal sistema sanitario, l'Upt è prontissimo a farlo, ma non anteponiamo il fare cassa al futuro della nostra gente».
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