Provincia: consulenze per quasi 20 milioni
Nel giudizio di parificazione del Rendiconto generale 2013 della Provincia da parte della Corte dei conti non solo si critica la giunta per come ha utilizzato le spese di rappresentanza ma la si rimprovera anche per la mancanza di trasparenza sugli incarichi di consulenza e collaborazione affidati dalla Provincia stessa, dai suoi enti collegati e dalle società partecipate, visto che buona parte di questi affidamenti esterni «vengono impropriamente esclusi dall'obbligo di pubblicazione sul sito istituzionale».
«Non risulta pienamente garantito - scrivono nella decisione le Sezioni riunite della Corte dei conti per il Trentino Alto Adige - l'obbligo di trasparenza, a favore della collettività, in merito ai destinatari delle consulenze e collaborazioni affidate dall'amministrazione provinciale e dei rispettivi corrispettivi percepiti dagli stessi». E ancora: «Le recenti modifiche introdotte con la legge provinciale 4 del 2014 sulla trasparenza, non sembrano, ad un primo esame, aver apportato significativi elementi correttivi in tal senso». La Corte sollecita dunque la giunta Rossi a consentire «una totale trasparenza e un'integrale accessibilità dei dati relativi agli incarichi». Oltre tutto la Provincia non sta neppure rispettando gli obblighi di comunicazione dei dati alla presidenza del consiglio dei ministri.
Poiché dunque i dati pubblici risultano «parziali e incompleti» la Corte dei conti in sede istruttoria ha dovuto richiedere alla Provincia di fornire l'esatta spesa complessiva impegnata. Alla fine i dati forniti dall'amministrazione provinciale ai giudici contabili indicano una spesa per incarichi sostenuta dal «comparto provinciale», che comprende Provincia, Agenzie, enti pubblici, Azienda sanitaria, società controllate , che in totale è di 19.591.189,83 euro. Questo importo secondo la Corte ha comunque «un valore solo puramente indicativo e risulta certamente sottostimato», sia per le modalità di contabilizzazione, sia perché nella cifra non sono considerati Fondazioni, Camera di Commercio e Università di Trento .
I giudici rilevano, inoltre, che proprio per «la disomogeneità e carenza dei dati acquisiti in istruttoria, non è stato possibile valutare il rispetto degli obiettivi di contenimento della spesa del piano di miglioramento approvato dalla giunta provinciale» con delibera del febbraio 2013. Una delibera che per altro distingueva tra incarichi di «natura discrezionale» e di «natura istituzionale», anche se si tratta sempre di consulenze e dunque sono spese che andrebbero indicate in un'unica voce e non scorporate.
Nella relazione della Corte si dà conto anche dei risultati dei controlli a campione effettuati sugli incarichi della Provincia e delle sue società. Tra questi, ad esempio, si riporta l'incarico non pubblicato per 55.573 euro a Rino Pederzolli per «supporto al progettista» del progetto preliminare della Loppio-Busa ; o quello per 55.752 euro al professore Damiano Florenzano per «supporto» per elaborati amministrativi e di gara sempre per progetto Loppio-Busa. Tra le consulenze più consistenti c'è quella affidata dall'Agenzia per la protonterapia per 80.037 euro ad Antonio Tognotti per controllo e gestione appalti complessi per costruzione del Centro di protonterapia e un'altra di 49.000 euro per un incarico di 12 mesi a Valentina Piffer per «assistenza alla direzione generale». Il Servizio statistica ha invece impegnato 91.554 euro per un incarico affidato al Centro assistenza imprese- Coldiretti del Trentino per l'indagine statistica Rica-Rea 2012.
Riguardo agli incarichi delle società della Provincia controllati a campione, i giudici contabili sottolineano che «non sempre risultano chiare le motivazioni del ricorso ad incarichi esterni per lo svolgimento di attività apparentemente configurabili quali ordinarie». E in particolare si punta il dito su due incarichi di collaborazione a progetto affidati da Trentino Sviluppo spa a Laura Zumiani e Luca Ferrario , rispettivamente per 32.600 e 34.583 euro lordi per «attività film commission 2013». Dicono i giudici: «Non risultano chiare le ragioni per cui tali contratti siano stati stipulati da Trentino Sviluppo anziché dalla Provincia stessa». Si rileva poi che «solo in alcuni casi emerge espressamente dal contratto il ricorso a una procedura selettiva. Sempre Trentino Sviluppo ha pagato un incarico di 96.800 euro a Deloitte Consulting per «lo sviluppo di un database» e di 36.300 euro alla Unione italiana vini per un piano di promozione dei vini.