Il Duomo si tinge di viola per i bimbi prematuri

Ogni anno, circa 15 milioni di bambini nascono prima del termine e ben un milione non sopravvive. Globalmente, un neonato su 10 nasce prematuro. Oggi, 17 novembre, ricorre la Giornata Mondiale della Prematurità 2014 (World Prematurity day 2014), una manifestazione globale, celebrata in più di 60 paesi, che dal 2011 ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prematurità e della malattia nei neonati, per dare voce alle famiglie dei piccoli pazienti, che talvolta hanno problemi di salute o non sopravvivono.
Nel 2008, alcune organizzazioni nazionali di genitori hanno unito le loro forze per creare un gruppo internazionale che raccogliesse le famiglie a livello europeo e globale: a partire da questa iniziativa, dal 2009 la Giornata viene celebrata in Europa e dal 2011 ogni anno il 17 novembre è il giorno dedicato alla prematurità, ovvero il World Prematurity day, sostenuta dall’‘European Foundation for the care of newborns infants’ (EFCNI – Fondazione Europea per l’assistenza dei neonati), insieme ad altre Organizzazioni nazionali in altri continenti. La scelta della data è dovuta al fatto che uno dei fondatori di EFCNI, dopo aver perso nel 2006 i suoi tre gemelli nati prematuri, è diventato padre di una bimba sana proprio nel giorno del 17 novembre 2008.
 

[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"132541","attributes":{"alt":"","class":"media-image"}}]]


In occasione della Giornata Mondiale, in tutto il mondo verranno illuminati monumenti o punti di interesse con il colore viola (colore che nel mondo rappresenta la prematurità). Nel nostro paese, promossa in Italia dall’Associazione Vivere Onlus, Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia, insieme ad EFCNI (vedere l’approfondimento per i dettagli sulle città italiane che prenderanno parte all’iniziativa).
 
In Europa, ogni anno circa mezzo milione di bambini nasce prima del termine, secondo i dati EFCNI. La prematurità e il basso peso corporeo alla nascita rappresentano due delle principali cause  di mortalità infantile e morbidità: ben il 63% dei bambini che muoiono prima dei cinque anni, infatti, sono neonati. Queste cause, sottolinea la Fondazione europea, spesso possono essere prevenute, migliorando l’assistenza e le cure prima e dopo il parto sia per le madri che per i neonati.
I bambini nati prima del termine, in generale, presentano un più elevato rischio di complicazioni per la salute e condizioni croniche che possono avere un impatto sul loro sviluppo futuro e sulla vita quotidiana.
 
I fattori di rischio
In circa la metà dei casi di nascita pretermine, le esatte cause rimangono sconosciute; tuttavia, sono stati identificati alcuni fattori di rischio, collegati a tale problema.
Tra i fattori legati allo stile di vita, il fumo, il consumo di alcol, l’uso di droghe, alto livello di stress e prolungato orario di lavoro, cure prenatali tardive o assenti, assenza di supporto sociale; mentre tra le condizioni mediche, alcune infezioni (tratto urinario, vaginale), alta pressione sanguigna, diabete, disordini della coagulazione, essere sottopeso, obesità, gravidanza multipla, avere già avuto un parto pretermine, anomalie uterine o della cervice. Infine, alcuni fattori socio-demografici possono contribuire ad aumentare il rischio di parto prematuro (età inferiore ai 17 anni o superiore ai 35, condizioni economiche precarie).
 
Criticità su cui agire
Pochi paesi europei hanno messo in atto politiche mirate per l’assistenza specifica per i neonati, riferisce EFCNI. Nei luoghi in cui queste strategie sono state attuate, il tasso di neonati prematuri è al di sotto della media europea. I programmi di prevenzione sono spesso a titolo volontario o non sono ancora strutturati in maniera omogenea e ci sono delle differenze tra le linee guida ospedaliere e le procedure individuali. A livello generale, talvolta non c’è un supporto specifico e/o finanziario rivolto alle famiglie dei bambini nati prematuri, anche se ai piccoli è stata diagnosticata una specifica disabilità.
Un aspetto importante su cui agire, inoltre, riguarda la prevenzione e la consapevolezza dei genitori: talvolta l’informazione sui rischi, sui sintomi e sulle raccomandazioni relative allo stile di vita risulta carente o assente.
 
In Italia, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) sottolinea che l'assistenza mostra livelli qualità non inferiori a quelli di altri paesi europei e oltreoceano, ma che restano ancora troppe differenze tra le regioni (vedere l'approfondimento).

]]>

comments powered by Disqus