Bassetti: «Ho innovato la Sat, per questo mi contestano»
Dopo la notizia di una cordata alternativa alla guida della Sat, nelle elezioni del prossimo aprile, il presidente provicniale della Sat Claudio Bassettici invia una lunga lettera di replica nella quale difende il proprio operato e la propria gestione. Eccola.
LA LETTERA
Per rispetto alle decine di migliaia di lettori del giornale, dei soci della Sat, e di chi in questi tre anni ha condiviso con me la responsabilità, le fatiche e anche i successi nel governo della più grande associazione del Trentino, mi trovo costretto a replicare alla notizia data dall'Adige.
Parlo di un gruppo dirigente impegnato e competente, di un direttore di grande capacità e spessore culturale, dei dipendenti e di tutti componenti delle commissioni che si sono spesi per dare risposte tempestive, coerenti e anche innovative. Innovazione come parola chiave perché sono stati tre anni passati dentro un contesto di cambiamento; economico, sociale, culturale.
La sfida che abbiamo avuto davanti era mantenere la misura di una tradizione straordinaria di cui Sat è portatrice e l'adattamento alle mutate condizioni. Il cambiamento richiede scelte importanti e a volte genera malumori. Ma non si gestisce una associazione con lo scopo di non scontentare, di non scomodare. Sat nel corso della sua storia ha preso decisioni importanti e coraggiose. È successo anche a noi. Pochi giorni fa abbiamo deciso come gruppo dirigente di dare fiducia a un gruppo di giovani motivati e entusiasti; a Madonna di Campiglio nascerà una nuova sezione, nel luogo elettivo di Sat, dove fu fondata 143 anni fa. La stessa fiducia che porta parecchie sezioni ad avere presidenti giovani che portano linfa, energia, vita nuova. Che interpretano la montagna con stili e modalità diverse che vanno riconosciute e aiutate.
Riportare i giovani alla montagna era obiettivo posto nel programma di tre anni; un lavoro importante svolto con le sezioni, attraverso l'alpinismo giovanile e il progetto famiglie. Con interventi nelle scuole. Diventa strategico ora avere un rapporto di confronto e collaborazione con gli insegnanti; così Sat verrà riconosciuta fra poco soggetto titolato a promuovere e realizzare progetti di formazione per docenti. E con il presidente della giunta provinciale Rossi firmerà un protocollo d'intesa su giovani e scuola, avendo la speranza di farlo proprio al congresso di Fondo, dedicato non a caso ai giovani.
Sfide si diceva, come quella di costruire una relazione forte con i rifugisti, per rafforzare le collaborazioni, formare nuove competenze, aiutare a fare rete e promozione. Ecco perché quattro giorni il Presidente Sat e il vice Fontana erano a Monaco, con Trentino Marketing nella sede del Dav (più di un milione di iscritti) per stringere alleanze che valorizzino il nostro enorme patrimonio, di rifugi, di sentieri, di cultura. Il primo passo di molti altri.
Ecco perché con i nostri gestori l'ascolto non è mai stato così alto e nelle difficoltà di un'estate negativa, come quella del 2014, Sat ha saputo dare le risposte positive a tutte le richieste specifiche di dilazione dei pagamenti. Non certo a quelli di sconti, perché esiste il rischio d'impresa anche per i gestori e il compito di una giunta, di un presidente e di un direttore sono anche i conti in ordine.
Sfide per intervenire sui rifugi in tempi di risorse calanti. Se il rapporto con i vertici della Provincia è fondamentale per tenere alta l'attenzione sul patrimonio alpinistico, Sat sta esplorando altri canali, attivando collaborazioni e partenariati a livello nazionale con Cnr, per la ricerca di finanziamenti europei legati a soluzioni innovative che rendano i rifugi di alta quota più gestibili e più sostenibili ambientalmente. Collaborazioni come parola chiave; con Università, Dipartimento di Economia, per provare le strade del marketing che consentano di valorizzare le nostre strutture alpine. Con l'Università di Trento, dipartimento di Ingegneria, per studiare la ristrutturazione del rifugio Pedrotti e cercare l'idea progettuale vincente per un rifugio che ha valore storico, culturale, ma soprattutto è strategico all'interno del sistema Brenta.
Collaborazioni con Accademia Guide Alpine, Istruttori Sat e Soccorso alpino che si sono concretizzate in un «Tavolo della Montagna», finalizzato a promuovere una cultura diffusa di approccio responsabile; promuovere conoscenza del terreno sul quale ci si muove, consapevolezza dei rischi, coscienza che ad ognuno compete la valutazione delle proprie capacità e delle soglie che può affrontare. È un lavoro che le nostre scuole di alpinismo affrontano con grande serietà ma che riteniamo abbia bisogno di una diffusione di base la più ampia possibile. E ancora collaborazioni con le amministrazioni comunali, il Film Festival, le Comunità di valle, i Parchi. Collaborazioni con la Provincia sui tavoli di lavoro, per progettare futuro e con Fondazione Unesco per costruire cultura dello straordinario bene di cui siamo dotati.
Sat è socio sostenitore di Dolomiti Unesco, ne cura e ne gestisce il fondo librario nella propria biblioteca, ma vuol fare un passo in più. Vuole fare di casa Sat la Casa della montagna per tutta la città, aperta e viva, con un museo che diventerà vetrina e laboratorio del Patrimonio dell'umanità ma saprà anche valorizzare la montagna intera e la storia della Sat. Uno spazio capace di attrattività dentro una la Casa della montagna, perché il cambiamento richiede la capacità di mettersi in gioco per trasformare un luogo così carico di storia in un luogo che sia anche promotore, divulgatore, costruttore di cultura e che esalti lo straordinario valore di una biblioteca che appare a tutt'oggi ancora poco nota e non utilizzata al meglio delle potenzialità.
È quindi strategica la riorganizzazione degli uffici della sede centrale per razionalizzare accoglienza e parte tecnica ma anche per farne un centro di promozione culturale e non il ministero che turba i sogni di qualche nostalgico. E nel segno del cambiamento si situa anche il rapporto con le sezioni; sono stati introdotti elementi innovativi di collaborazione, sui congressi, sulla difesa della montagna dalle aggressioni ambientali fino al coinvolgimento diretto nella partecipazione alla discussione sul futuro della Sat e all'incontro con i candidati. Una operazione questa ultima di trasparenza che mai prima d'ora era stata intrapresa e che qualcuno non ha colto nella sua vera portata.
Ulteriori sfide attendono Sat ed il prossimo Consiglio. Sono convinto della necessità e della bontà delle scelte operate dalla attuale dirigenza che ha goduto nel consiglio molto spesso di ampia convergenza sulle proposte. Auguro buon lavoro a chi dovrà percorrere il prossimo tratto. Quello che mi auguro, come presidente di questo splendido sodalizio, è che Sat sappia guardare al futuro con ottimismo e fiducia e non si faccia abbagliare da sogni improbabili di ritorno ad un passato, che per quanto felice, non tornerà mai più.
A proposito di nostalgia mi trovo a disagio quando vedo figure importanti nella storia di Sat, che hanno dato molto, riproporsi raccontando una propria verità su quanto fatto in questi anni. Nulla si salva in questa analisi che è spesso distruttiva, che fa male a chi la fa e a chi la subisce, ma soprattutto ad un sodalizio che ha visto avvicendarsi decine di gruppi dirigenti, ma senza l'acredine che contraddistingue i tratti attuali di questa campagna elettorale.