Ucciso il cane da caccia «inabile», nei guai cacciatore della val di Non
È accusato di aver abbattuto un cane da caccia, forse perché la povera bestia non dava i risultati sperati durante l’attività venatoria
È accusato di aver abbattuto un cane da caccia, forse perché la povera bestia non dava i risultati sperati durante l’attività venatoria. Il dato certo è che l’animale venne trovato cadavere in val di Non, non distante dalla casa dell’odierno imputato. Il cane da caccia era stato legato ad un albero e qualcuno gli aveva sparato con un fucile da caccia uccidendolo sul colpo. Della vicenda erano venuti a conoscenza le guardie forestali: uccidere un animale senza motivo è reato e dunque venne aperto un procedimento penale.
Attraverso i dati contenuti nel microchip, gli inquirenti riuscirono a risalire al proprietario del cane. Questi, però, disse di non sapere nulla perché l’animale era stato affidato ad un anziano conoscente. Quest’ultimo viveva a breve distanza dal luogo dove era stata trovato il cane abbattuto da un colpo di fucile. Raggiunto dai forestali, in un primo momento l’anziano fece qualche parziale ammissione, pur non giuridicamente utilizzabile perché resa in assenza del difensore. In seguito l’indagato ha poi negato di aver ucciso l’animale. Per la procura l’anziano cacciatore, difeso dall’avvocato Andrea Stefenelli, è comunque colpevole di maltrattamento di animali. L’indagato è stato raggiunto da un decreto penale di condanna, rischiava di dover pagare una somma di 15-20 mila euro. È probabile a questo punto che la difesa dopo aver fatto opposizione, scelga la meno onerosa strada del patteggiamento.