Revocato lo sciopero di medici e pediatri
Dopo un lungo incontro al ministero della Salute, conclusosi ieri notte, è stato revocato lo sciopero nazionale proclamato per oggi, 19 maggio, dalla Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) e dai pediatri di libera scelta. Sindacati medici e rappresentanti del governo hanno infatti sottoscritto un accordo con impegni precisi a tutela della figura del medico di famiglia ed a garanzia del rinnovo della convenzione di categoria con il Servizio sanitario nazionale; proprio il mancato rinnovo della convenzione era la ragione alla base della proclamazione dello sciopero.
Soddisfatto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, annunciando in un tweet la revoca della protesta, ha scritto: "prendiamo impegni e li rispettiamo, grazie a tutti per il buon senso. I pazienti prima di tutto".
Nel pomeriggio, prima dell'incontro al ministero, le sigle promotrici dello sciopero (Fimmg, Fimp e Cipe) - che rappresentano oltre il 70% dei medici di base e pediatri di libera scelta - avevano avvertito che una revoca della protesta sarebbe stata possibile solo a fronte di misure concrete.
L'accordo sottoscritto con i rappresentanti del governo ha dunque soddisfatto la richiesta dei medici, come sottolinea il segretario della Fimmg, Giacomo Milillo: «Abbiamo apprezzato - ha affermato - l'attenzione del governo ai problemi che abbiamo posto, pur nei limiti degli spazi che leggi e Costituzione rimettono allo stesso governo.Nel merito - ha chiarito - ci sono state date assicurazioni sul rispetto dell'autonomia professionale del medico di famiglia e dei livelli retributivi. E soprattutto c'è l'impegno del governo a vigilare che vada avanti la trattativa per il rinnovo della convenzione».
Importante, secondo Milillo, anche l'impegno a promuovere un tavolo di confronto «per ragionare su possibili miglioramenti».
Oggi, quindi, gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri resteranno aperti, anche se potrebbero comunque verificarsi dei disagi localizzati: «Gli studi saranno aperti - ha detto Milillo - compatibilmente però con la possibilità di riuscire ad informare tutti i medici sul territorio dell'avvenuta revoca dello sciopero. È fondamentale che dal governo sia venuto un impegno forte a difesa della professionalità e del ruolo dei medici di famiglia. «La Fimmg non chiede, in questo particolare momento del Paese, aumenti di stipendio per i medici, ma che i professionisti siano messi nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie capacità assistenziali».
per spiegare ai cittadini le ragioni del malessere, i sindacati hanno anche avviato una campagna di mobilitazione: è intitolata «Io non vado col primo che capita. Il mio medico di famiglia lo scelgo io» e l’obiettivo è dire no alla «abolizione del medico di famiglia». È infatti proprio questa la prospettiva «inevitabile e che si realizzerà nei fatti a causa delle politiche delle Regioni, mirate - aveva spiegato nei giorni scorsi Milillo - a limitare la professionalità e libertà del medico nel suo rapporto di fiducia con i pazienti e guidate solo da criteri economicistici e di bilancio».