Terribile schianto nel veronese Muore una ragazza trentina di 22 anni

Un terribile incidente stradale si è portato via Alice Magnani. La 22enne campionessa di tamburello di Segno è morta ieri sera, poco dopo le 20, in uno schianto frontale sulla statale del Brennero a Dolcè, nel Veronese. Sulla zona pioveva e in una semicurva la sua Hyundai Getz si è scontrata con una Bmw, nell'impatto la ragazza è morta sul colpo. A Verona Alice frequentava l'università, mentre per la sua grande passione sportiva aveva scelto la squadra del Sabbionara. Pur affetta da una malattia invalidante come l'artrite reumatoide cronica, Alice non aveva mai mollato e nella sua carriera aveva vinto moltissimi titoli. Una storia esemplare di coraggio, determinazione e generosità tragicamente interrotta ieri sera.

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Alice Magnani era una persona speciale. All'apparenza fragile, ma in realtà una ragazza con un carattere di ferro nascosto da un sorriso da dedicare agli altri. Cresciuta a Segno, insieme ai genitori e alla sorella, era una sportiva forgiata dalle difficoltà che aveva incontrato nella sua vita. Studiava a Verona alla Facoltà di scienze neurologiche e motorie, ma la sua passione era il tamburello, una passione che era diventata più forte della malattia. Perché Alice, in una recente intervista all'Adige aveva chiarito di essere convinta che nella vita vale la pena inseguire i propri sogni ad ogni costo.
E questa era diventata una regola dopo che a sette anni le era infatti stata diagnosticata un'artrite reumatoide. Ma questo non l'aveva fermata e, passo dopo passo, aveva cominciato una promettente carriera nel tamburello. Nella sua bacheca sono finiti tanti scudetti giovanili, due campionati di serie «B», due Coppe Italia e altro ancora. Fino all'approdo al Sabbionara ma anche in nazionale, dopo aver vestito anche la maglia della selezione trentina. Recentemente era stata ospite di Giovanni Malagò, presidente nazionale del Coni che ha voluto conoscerla e consegnarle la medaglia d'oro al valore sportivo, vinta per i mondiali del 2013 svolti a Mantova e che segue quella d'argento, consegnatale per gli europei vinti a Budapest.
Tra i riferimenti di Alice c'era un combattente come Ernesto Guevara de la Serna, più noto come el Che. «Mi ha insegnato che la malattia è solo una delle molte dimensioni umane», diceva. Da due anni Alice era anche diventata la testimonial de «Il Volo», l'associazione trentina che raggruppa genitori di bambini affetti da patologie reumatiche. «Credo nel volontariato - aveva spiegato - e anche a Verona dove vivo mentre studio collaboro con un gruppo che segue i senzatetto». Un impegno convinto, insomma, a favore di quanti soffrono come lei. Un esempio che resterà per tutti quanti l'hanno conosciuta e apprezzata, nonostante Alice da ieri sera non ci sia più.

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