Campagna pro-immigrati: offesa per il Trentino
Torna in primo piano la polemica sui manifesti del progetto Conosci-mi della Provincia di Trento. Ecco la lettera giunta in redazione.
La campagna cosiddetta «pro-immigrati» creata con fondi statali e comunitari, che fa parte del progetto Conosci-mi della Provincia di Trento, offende i trentini. La proposta di tipo «visual concept», utilizza immagini e figure retoriche non per informare ma come mezzo di persuasione delle tesi esposte. La retorica è anche arte filosofica dell'artificio, viene spesso utilizzata per trovare gli argomenti più convincenti sulla base di elementi di giudizio non veritieri ma «verosimili», cioè né veri né falsi. La persuasione è la capacità di costruire una comunicazione con cui ottenere il consenso del destinatario. Secondo la retorica, ciò è possibile con la «commozione» dei cittadini basata sulla manipolazione dei loro sentimenti o sul «convincimento», fondato su argomentazioni più o meno razionali, più o meno veritiere. Il sillogismo retorico utilizzato dall'agenzia per denunciare i «luoghi comuni», non ha scopo dimostrativo ma decisamente persuasivo. Secondo gli autori infatti, la componente testuale con frasi sprezzanti serve a creare attenzione e suscitare emozioni e indurre alla riflessione. Il linguaggio è forte e immediato, chiaro ed efficace ma non declinabile con la nostra società. Questa è una campagna denigratoria della storia millenaria di accoglienza e solidarietà del popolo trentino.
Si vuole indurre a una riflessione sulla necessità di integrazione a qualsiasi costo, demonizzando quanti pensano diversamente. Queste problematiche non possono essere affrontate con la retorica del convincimento o della commozione facendo leva sul sentimenti dei trentini. Noi siamo consapevoli del futuro che ci aspetta, il popolo italiano e le stesse istituzioni sono consci dell'invasione di migranti in atto. Di fronte a questo, non serve la retorica verso la cittadinanza, non servono manifesti presuntuosi, servono comportamenti efficaci delle istituzioni, serve dare sicurezza ai cittadini sotto tutti gli aspetti, con la tutela del bene comune come quello privato. Sui manifesti gli stranieri sono tratteggiati in modo inopportuno per fare emergere il lato migliore dei trentini. Quello c'è già, non serve altro, perché i trentini sono brava gente. Non servono condizionamenti, saremo capaci di affrontare il nostro futuro anche se, «viviamo in un secolo di urlatori, in cui anche la crociata contro l'urlo non si può fare che urlando» (Montanelli).
Giuseppe Filippin
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