Valdastico, sì della Provincia alla trattativa 45 giorni di tempo per chiudere
L’avvio formale di un procedimento di intesa con lo Stato sul progetto Valdastico nord, che dovrà concludersi entro 45 giorni per il lavoro del comitato paritetico, più altri 30 giorni per la deliberazione successiva del Cipe, è stato approvato dalla giunta provinciale, con il voto a favore anche dei tre assessori del Partito democratico, che hanno però insistito, come spiega l’assessora Sara Ferrari, che ribadisce la sua contrarietà all’opera, perché: «Ci sia come premessa a ogni ragionamento stradale il potenziamento del trasporto su rotaia».
La giunta ha detto sì alla delibera che sarà approvata dal Cipe nella quale appunto si prenderà atto della disponibilità della Provincia e dello Stato ad aprire il procedimento, secondo quanto previsto dalle norme di attuazione dello Statuto di autonomia per un’opera autostradale che attraversa «solo il suo territorio e una regione limitrofa» come è il caso appunto della Valdastico nord.
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Proprio oggi scade il termine per l’approvazione del progetto definitivo della Valdastico nord posto dall’Ue alla A4 per avere diritto alla proroga della concessione autostradale fino al 2026. Con la delibera del Cipe con cui si sancirà l’avvio della procedura di intesa, il ministero delle Infrastrutture cercherà di ottenere dalla Commissione europea una proroga di altri 18 mesi dei termini per presentare il progetto definitivo in modo da poter modificare l’attuale progetto in base alle richieste formulate dalla Provincia di Trento. In particolare, i trentini chiedono che lo sbocco della Valdastico sull’A22 avvenga non a Besenello ma al casello di Trento sud e richiedono la realizzazione di un collegamento (bretella) tra la Valdastico e la statale della Valsugana che passi tra Caldonazzo e Levico.
Inoltre, la Provincia vuole che lo Stato si impegni a impedire la realizzazione di una superstrada a pedaggio (Nuova Valsugana per la quale è già in corso una procedura di project financing) in Veneto che porterebbe altro traffico sulla Valsugana trentina. «Per noi - insiste il governatore Ugo Rossi - è fondamentale che il saldo sia positivo per il territorio trentino altrimenti non se ne fa niente. La procedura prevede 45 giorni di tempo per il comitato paritetico Stato-Veneto-Provincia che dovrà cercale le soluzioni anche tecniche condivise e poi altri 30 giorni per la delibera del Cipe, dopo i necessari passaggi in consiglio provinciale perché servirà una legge. Comunque calma e gesso perché i tempi potrebbero essere anche più lunghi. In premessa abbiamo messo anche il riferimento al trasferimento delle merci da gomma a ferrovia e le tratte d’accesso su Trento».
Il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi, così motiva il suo sì alla comunicazione al Cipe firmata dal presidente Ugo Rossi: «Alla Valdastico come sempre proposta dico no, alla apertura di un confronto con il governo che costringa loro e il Veneto a cambiare approccio proponendo un sistema di nuove connessioni interregionali compresa la rete ferroviaria, la decompressione della Valsugana e un sistema di viabilità che non sia solo di attraversamento, dico sì».
«Di fronte alla periodica riemersione della questione “Valdastico” nel dibattito politico e giornalistico, locale e nazionale, il gruppo consiliare provinciale del Partito democratico del Trentino ribadisce la propria netta, antica e fondata contrarietà per un’opera infrastrutturale costosa, inutile e dannosa. Un progetto autostradale trito e inadeguato, incoerente con l’obiettivo di spostare il traffico su rotaia e che - significativamente - il programma di governo della coalizione di “centrosinistra autonomista” non prevede». Con un secco comunicato «senza se e senza ma» il gruppo provinciale del Pd, guidato da Alessio Manica, ha ribadito ieri il «no» alla realizzazione della Valdastico che non ritengono possa avere alcuna utilità per il Trentino, come viceversa hanno sostenuto sia il governatore Ugo Rossi che l’assessore ai lavori pubblico Mauro Gilmozzi nei giorni scorsi se inserita in una logica complessiva di collegamenti con il Veneto e di modifica del tracciato in modo che sia funzionale al Trentino.
«Proprio per la sua fondatezza, - scrive il gruppo del Pd - la contrarietà all’opera non è mai stata messa in discussione dalla maggioranza provinciale, che ha infatti coerentemente respinto ogni atto politico d’apertura che sia pervenuto all’attenzione del Consiglio. Qualora fossimo chiamati a contrastare nuovamente questo progetto anche al di fuori dei confini provinciali, non esiteremo a farlo adoperando gli strumenti amministrativi e giuridici che il nostro Statuto d’autonomia ci mette a disposizione e così come previsto dal nostro programma. Ciò premesso, in un contesto politico-istituzionale complesso e delicato, il Trentino non deve sbarrare le porte al confronto e all’ascolto delle istanze e degli scenari nuovi, sarebbe perdente. Ma ad ogni tavolo che affronti il tema della mobilità del nord est nel suo complesso dobbiamo portare questa nostra convinta e motivata posizione».
Alla riunione del gruppo che ha assunto questa posizione erano presenti anche le assessore Donata Borgonovo Re e Sara Ferrari, che lo hanno condiviso. Non c’era il vicepresidente Alessandro Olivi.