Mariti sul lastrico dopo la separazione. In 150 casi, nel 2014, è intervenuto il Comune
Complice la crisi, sono sempre di più gli ex coniugi che non riescono più a far fronte agli obblighi di mantenimento dei loro figli. E non è solo questione di voler fare i furbi, di volersi tirare indietro davanti alle proprie responsabilità. In molti casi la mancanza di lavoro e il vertiginoso aumento di spese quando ci si trova single, mettono economicamente in ginocchio. La dimostrazione di queste difficoltà arriva dai numeri sulle anticipazioni dell'assegno di mantenimento, ossia il pagamento da parte del Comune e del Comprensorio delle somme che un genitore dovrebbe versare per il mantenimento dei figli minori e che invece non versa. Per quanto riguarda il Comune di Trento (che eroga anche per i comuni di Aldeno, Cimone e Garniga), nel 2012 hanno beneficiato di questo assegno 102 utenti. Nel 2013 il numero è cresciuto a 123 e nel 2014 è salito addirittura a 150. Per quanto riguarda il 2015 le previsioni sono di superare di gran lunga il dato del 2014 quando erano stati spesi 500 mila euro.
L'intervento, che ha l'obiettivo di tutelare i minori e il genitore al quale sono stati affidati, è previsto da una legge provinciale del 1991 e viene erogato rivolgendosi al servizio socio-assistenziale delle Comunità di Valle e dai Comuni di Trento e Rovereto. Per poter fare domanda il genitore affidatario con il quale il minore risiede deve dimostrare l'esistenza di un titolo esecutivo e deve esibire un atto di precetto non ottomperato nel termine di dieci giorni o una sentenza nella quale il richiedente autorizzi la Provincia a sostituirlo nei suoi diritti di rivalsa nei confronti del coniuge moroso.
L'importo massimo che viene erogato per ogni minore è di 316 euro mensili e la durata massima è di 12 mesi che possono essere rinnovati fino alla maggiore età se il genitore continua a non pagare. Dati e numeri, quelli aumentati di anno in anno, che preoccupano anche l'assessore alle politiche sociali e familiari del Comune di Trento, Mariachiara Franzoia. «Noi effettuiamo una verifica con l'assistente sociale e ovviamente procediamo alla denuncia d'ufficio del coniuge inadempiente. Poi ci corre l'obbligo di sostituirci a lui e versare l'importo per il mantenimento dei minori. In molti casi è evidente che dopo la separazione i coniugi cadono in povertà e i numeri lo dimostrano».
Spetta poi alla Provincia, se e quando l'inadempiente avrà possibilità economiche, di fare azione di rivalsa per tornare in possesso dei fondi anticipati.
Quasi l'80% dei coniugi inadempienti risulta essere italiani e la maggior parte si tratta di uomini, anche se negli ultimi tempi c'è anche qualche donna. «Questo è uno degli strumenti a disposizione. Ce ne sono altri, come il reddito di garanzia sociale, o i servizi per l'accompagnamento e la mediazione nella fase della separazione per sostenere tutto il nucleo familiare», spiega Franzoia che non nasconde la sua preoccupazione per l'impoverimento delle famiglie.