Caccia: da domenica si spara a caprioli, cervi e altri ungulati
Dopo la pre-apertura, per quanto riguarda i camosci e i mufloni, il 16 agosto scorso, da domenica prossima la stagione venatoria entrerà nel vivo. Un momento sempre molto atteso dal popolo delle doppiette trentine che quest'anno attendono una stagionate venatoria positiva.
«Da domenica prossima - ha spiegato ieri il neopresidente dell'Associazione cacciatori trentini, Carlo Pezzato - verrà aperta la caccia per gli ungulati come il capriolo e il cervo. Sempre per il giorno di apertura la caccia riguarderà anche il merlo da appostamento fisso, mentre per altre specie appetibili per il mondo venatorio come la lepre si andrà alla terza domenica del mese e per il gallo forcello ai primi di ottobre». A dettare i tempi e i limiti sono le «Prescrizioni tecniche 2015/2016 per l'esercizio della caccia in provincia di Trento».
Un documento molto articolato nel quale si ricorda che la caccia al cervo è vietata nelle aree di bramito istituite sulla base del progetto di gestione del cervo nelle riserve comunali di caccia. Accanto a questo, fra le altre cose, si stabilisce anche che per il capriolo maschio il prelievo è consentito fino al 18 ottobre 2015 mentre per il coniglio selvatico e la quaglia il prelievo è consentito fino al 14 dicembre 2015.
A oggi in Trentino sono 6500 i cacciatori, tra cui un'ottantina circa donne. Numeri consistenti che però negli ultimi anni hanno risentito fortemente di un adeguato ricambio generazionale, tanto da far registrare un decremento che si stima attorno al 10% negli ultimi 5 anni .
«C'è stata una diminuzione significativa - ha spiegato Pezzato - per l'invecchiamento e per un ricambio generazionale parziale. E chi si avvicina oggi al mondo venatorio sono quasi esclusivamente persone che abitano nella periferia. In città difficilmente si avvicina a questo mondo. È una questione di cultura popolare che si sviluppa nel mondo rurale e della montagna e che difficilmente viene portata avanti nei grossi centri».
Le sezioni dell'Associazione cacciatori sparse sul territorio sono 208 e la suddivisione deriva da una legge regionale del 1964 che ha istituito le «riserve di diritto» . Indicativamente nella stragrande maggioranza coincidono con i comuni.
Tornando alle specie animali presenti sul nostro territorio, la situazione è stata definita «buona». A livello provinciale le quote di prelievo sono rimaste quasi uguali a quelle dello scorso anno.
«La situazione degli ungulati a livello provinciale è buona - ha spiegato Pezzato - anche se abbiamo delle piccole criticità per il capriolo mentre abbiamo una forte espansione del cervo sul Trentino meridionale, zona dove si è registrato anche un grande incremento del camoscio. Situazione stabile per le altre zone». Tra le notizie positive si registra il superamento della fase acuta della malattia denominata «rogna sarcoptica» che aveva duramente colpito in passato il camoscio e lo stambecco. Oggi questa malattia è presente in alcuni distretti della provincia ed è per questo che continua ad operare un tavolo tecnico provinciale ad hoc.
«A differenza di quanto è successo a Bolzano - ha spiegato il presidente dell'Associazione Cacciatori - dove si è cercato di contenere al massimo le popolazioni selvatiche per cercare di rallentare avanzamento malattia, in provincia di Trento si è andati in senso opposto, diminuendo il tasso di prelievo, per far sì che tutti gli animali potenzialmente più resistenti avessero modo di riprodursi e creare un ceppo più forte. Questa azione sta dando risultati molti positivi».