Le parrocchie trentine aprono le porte Sono pronte a ospitare i profughi
Papa Francesco, ma anche l’arcivescovo di Trento Luigi Bressan, avevano sollecitato le parrocchie a mobilitarsi per accogliere, dove possibile, i profughi. La risposta in Trentino non si è fatta attendere: sono almeno una decina le comunità sparse sul territorio che nelle prossime settimane potrebbero dare alloggio - anzi di più, accoglienza - ai profughi. «La risposta c’è stata ed è positiva - conferma Roberto Calzà, direttore della Caritas diocesana di Trento - ci sono stati anche parroci che hanno chiamato dispiaciuti perché la parrocchia avrebbe voluto fare la sua parte, ma non disponeva di spazi adeguati all’accoglienza».
La disponibilità va però organizzata. «Per non disperdere energie preziose ed evitare che ognuno proceda per conto proprio - spiega il direttore dell’ufficio stampa della Diocesi, Piergiorgio Franceschini - è stata mandata una nota a tutte le comunità sul territorio per invitare chi avesse disponibilità all’accoglienza di coordinarsi con Caritas e con la Fondazione comunità solidale».
Occasione per fare il punto sulla situazione e “misurare” le iniziative in campo sarà l’assemblea pastorale diocesana che si terrà sabato prossimo presso il Centro Santa Chiara. Nell’anno della pastorale sulla misericordia il tema dell’accoglienza, ma non solo, è in cima all’agenda di tutta la comunità cristiana.
In queste settimane le disponibilità giunte dalle parrocchie sono state valutate con attenzione. Il primo esame è di natura tecnica: si esegue un sopralluogo per verificare che l’immobile messo a disposizione sia idoneo, subito o con piccoli interventi, ad alloggiare un gruppo di persone. Poi viene coinvolto il locale Consiglio pastorale «perché - sottolinea Calzà - l’accoglienza è un concetto ampio che va ben oltre la mera offerta di alcuni posti letto. Noi desideriamo che la comunità sia consapevole di questo e sia pronta a mettersi in gioco sul fronte dell’integrazione. Anche per questo si punta soprattutto sulla presenza di piccoli nuclei di profugli». Su tempi e numeri di posti letto non è ancora possibile fare delle proiezioni: «Alcune strutture - prosegue Calzà - saranno disponibili a breve, altre necessitano di un po’ di tempo per essere operative. Visto che l’inserimento avverrà attraverso il Cinformi, dipenderà anche dalle esigenze della Provincia».
Misericordia, però, non si traduce solo in accoglienza ai profughi. Sono molte le declinazioni di una virtù centrale per l’etica cristiana. Ecco dunque una rapida carrellata di alcune delle iniziative messe in campo dalla Diocesi, attraverso i suoi uffici pastorali, in vista dell’Anno Santo che inizierà l’8 di dicembre. La Pastorale della salute per il 30 di ottobre ha organizzato un convegno con lo psichiatra Eugenio Borgna. Il 23 di gennaio un altro incontro sarà dedicato proprio alle opere di misericordia. Tutte attività in qualche modo preparatorie di un pellegrinaggio a Roma che si terrà nel settembre dell’anno prossimo.
«Sul fronte della catechesi e della formazione di bambini e ragazzi - sottolinea Franceschini - l’indicazione della Diocesi è quella di approfondire i valori delle opere di misericordia valorizzando testimonianze dirette e gesti di solidarietà concreta. In particolare la Pastorale dei giovani con Noi Trento e Ospedale S. Camillo darà la possibilità ai giovani tra i 15 e i 30 anni di stare davvero accanto agli ammalati». La Pastorale della famiglia organizza per il 18 di ottobre un incontro con i coniugi Vera e Stefano Zamagni, entrambi economisti (il tema sarà «Il gusto di essere famiglia»). La festa diocesana della famiglia si terrà invece il 10 di aprile. Tutto questo mentre i media diocesani faranno da filo conduttore tra le diverse iniziative.
Al Brennero, intanto, la polizia austriaca ha effettuato dei preparativi per un’eventuale reintroduzione dei controlli di frontiera. La società autostradale austriaca Asfinag ha già installato un grande cartellone a bordo strada con la scritta «Grenzubergangsstelle», ovvero posto di confine. «Valutiamo la situazione quotidianamente, in caso di necessità possiamo avviare immediatamente i controlli», dice il direttore della polizia tirolese Helmut Tomac al quotidiano Tiroler Tageszeitung.