Da mercoledì i nuovi orari per i medici «Tagli ai servizi offerti o riorganizzazione»

di Fabrizio Torchio

«A Roma, dalla riunione con l’Aran non è uscito nulla, siamo stati chiamati all’Apran ma non possiamo pensare di andare in deroga in Trentino su una legge europea che obbliga alle 11 ore di intervallo fra un turno e e l’altro. Se a livello nazionale si prende un provvedimento di legge, come una proroga, dovremo seguirlo, altrimenti i medici devono osservare la norma e bisogna pensare di riorganizzare il sistema sanitario trentino».

A spiegarlo è Piergiuseppe Orlandi, della Cimo, sindacato dei medici, in vista dell’entrata in vigore, il 25 novembre, delle norme sull’orario di lavoro e riposi del personale medico e infermieristico (fra cui 11 ore di riposo dopo ogni turno) secondo la legge 161/2014.

Le soluzioni possibili? «O tagliare le prestazioni che non possono essere fatte», risponde Orlandi, «o assumere delle persone, ma servono concorsi e la cosa non si risolve in questo momento: l’altra cosa è riorganizzare il sistema sanitario accorpando dei servizi: questa potrebbe essere l’occasione per razionalizzare il sistema trentino, strutturandolo in modo da renderlo funzionale, a meno che a livello ministeriale non arrivino dei provvedimenti».

Qualche giorno fa, l’assessore provinciale alla salute Luca Zeni ha spiegato che, in attesa di una scelta definitiva da Roma, sono state elaborate diverse ipotesi di organizzazione dei turni («si stanno vagliando altre soluzioni che garantiscano il mantenimento dei servizi alla popolazione - ha detto - attraverso una reperibilità provinciale»). A livello sindacale, intanto, si attendono conferme per la manifestazione nazionale in piazza a Roma il 28 novembre e per l’eventuale sciopero del 16 dicembre; in un comunicato intersindacale (siglato da Anaao Assomed, Cimo, Aaroi Emac ed altre 8 organizzazioni) si legge che «L’osservanza della normativa europea è una questione di politica sanitaria che ha visto sino ad oggi assenti Governo e Regioni. Si tratta di organizzare i servizi in modo appropriato e di garantire le risorse umane necessarie per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza».

«C’è un riassetto molto difficile da fare e ci sono varie ipotesi sul banco», osserva Marco Ioppi, presidente dell’Ordine dei medici. «Siamo in un momento delicato - aggiunge - e c’è trepidazione da parte dei colleghi, che vedono come sia difficile conciliare organizzazione e mantenimento dei servizi, assicurati finora con senso di responsabilità e senso del dovere. Sapevamo da anni che queste regole dovevano essere applicate, ed è un problema fondamentalmente politico. Ne discuteremo anche in seno al consiglio dell’Ordine».

Ricorda Ioppi che «la salute è il bene più prezioso che ognuno di noi ha. Indipendentemente dalle magrezze del bilancio, la sanità dovrebbe essere comunque finanziata. Un uomo che gode di buona salute è premessa per il progresso della società e per il benessere individuale. Chiaro che dobbiamo far sì che ci sia un sistema sanitario sostenibile e quindi vanno fatte delle scelte. La politica è chiamata a fare delle scelte con coraggio e lungimiranza».

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