Trento, due falsi carabinieri truffavano con abbonamenti alla rivista dell'Arma
I carabinieri di Trento hanno deferito in stato di libertà per il reato di tentata truffa in concorso e usurpazione di titoli due uomini, un 53 enne ed un 27 enne, i quali hanno tentato presentandosi come carabinieri in servizio di vendere l’abbonamento alla rivista Il Carabiniere.
«L’indagine - si legge in una nota per la stampa - è partita nel mese di novembre scorso trae origine dalla denuncia di un 66 enne trentino che viene inizialmente raggiunto al telefono da un sedicente appartenente all’Arma che cerca di fargli acquistare l’abbonamento alla rivista Il carabiniere per la cifra di 120 euro.
A distanza di pochi giorni una seconda telefonata da parte di un complice ,che presentandosi , quale “cancelliere” della casa editrice invita la vittima a recarsi a Roma per estinguere il pagamento di circa 3000 euro quale corrispettivo di mancati pagamenti di abbonamenti alle riviste. Insospettito dalle due telefonate ricevute a così breve lasso di tempo l’una dall’altra, la potenziale vittima sporge querela per tentata truffa.
Gli investigatori grazie alle utenze telefoniche usate dal sedicente carabiniere e dal “cancelliere” riescono a dare un nome ai due autori della truffa scoprendo che il sodalizio va avanti da diverso tempo e che i due sono noti alle Procure di tutta Italia», spiegano ancora i carabinieri.
L’Arma, che in questi giorni lancia una campagna informativa contro le truffe, offre anche un’analisi prendendo spunto da questo episodio.
LE VITTIME
Vengono scelte oculatamente, verosimilmente tra i liberi professionisti meglio se simpatizzanti delle forze dell’ordine.
Con sistema consolidato, i truffatori le contattano telefonicamente e, al fine di ottenere la fiducia e la credibilità e quindi abbassare il livello di attenzione dei contattati, si qualificano come carabinieri, poliziotti o finanzieri (in relazione al tipo di rivista proposta) e quindi propongono ai chiamati abbonamenti alle riviste specializzate Il Carabiniere o simili.
L’offerta commerciale è sempre a prezzi promozionali, solitamente conditi da «solo per lei, solo per un numero limitato, solo per questa zona, solo per la sua categoria professionale etc prospettando al potenziale cliente un esborso limitato per un controvalore informativo/culturale elevato, approfondito e vario.
IL PRODOTTO
Coloro che aderiscono ricevono una rivista che, per format, colori e argomenti trattati fa chiaro riferimento alla forza di polizia enunciata telefonicamente ma non è assolutamente il periodico proposto. in alcuni casi le vittime hanno ricevuto una copia scannerizzata della rivista genuina, in altri casi una rivista parallela «non ufficiale” che tratta gli stessi argomenti.
L’ULTERIORE TRUFFA O ESTORSIONE
Non di rado le vittime (aderenti o meno) vengono successivamente contattate da sedicenti giudici civili o loro collaboratori – dipendenti dell’agenzia delle entrate etc che, lamentando mancati pagamenti di pregressi abbonamenti a riviste delle forze dell’ordine, chiedono l’immediata conciliazione per evitare un futuro pagamento molto più oneroso, determinato dalle spese pratica, spese legali, interessi di mora e/o altre voci. Solitamente la somma richiesta per chiudere la pratica è decuplicata rispetto alla somma richiesta per l’abbonamento proposto al precedente contatto.