Bimbo scappa dalla colonia estiva Niente risarcimento per i genitori
I genitori, inutile negarlo, si sono presi uno spavento che difficilmente scorderanno, soprattutto pensando a cosa sarebbe potuto accadere al loro piccolo. Affidato ai responsabili della colonia estiva presso una scuola della città, infatti, il vispo pargoletto - a soli 5 anni - se ne era andato e aveva raggiunto un centro commerciale.
La vicenda, però, non si è conclusa con una sfuriata a chi doveva sorvegliarlo, ma ha imboccato i binari penali dopo la denuncia sporta dal padre. In quattro sono finiti nei guai per abbandono di minore e la famiglia del piccolo ha chiesto un risarcimento in via stragiudiziale di 40 mila euro per lo shock vissuto.
La procura di Trento, però, al termine delle indagini, ha chiesto l'archiviazione. Istanza alla quale i genitori si sono opposti. Il giudice Francesco Forlenza, però, ha condiviso le conclusioni della procura e disposto l'archiviazione del procedimento a carico dei quattro indagati, ovvero il legale rappresentante dell'associazione che ha proposto la colonia estiva, assistito dall'avvocato Luigi de Finis, e tre maestre, difese dagli avvocati Alessandro Meregalli, Angelo Zamagni e Grotto.
I fatti risalgono all'agosto scorso. Il padre alle 17 presso va alla colonia estiva per riprendere il figlio. La maestra chiede ad una collega di chiamarlo, ma del bambino non c'è traccia. Dopo avere cercato invano il piccolo dentro la struttura, le ricerche si spostano all'esterno. Un'altra persona sale in macchina, per vedere se si trovi nelle vicinanze della scuola. Anche il padre, angosciato da quanto sta accadendo, sale in auto e ripercorre i luoghi dove è stato con il figlio. Nel frattempo viene allertato anche il responsabile dell'associazione, che a sua volta si mette a cercare il bimbo.
L'incubo finisce alle 17.40 quando, tornato a scuola, il padre viene informato che il figlio sta bene ed è stato trovato da una guardia giurata mentre si aggirava in un centro commerciale. A quel punto il padre, seppure sollevato dopo l'abbraccio con il piccolo, fa presente che ci sono gravi lacune nel sistema di sorveglianza.
Sotto accusa finisce in particolare il cancello principale, lasciato aperto. Circostanza che, però, per gli indagati sarebbe stata da attribuire alla scuola, proprietaria della struttura e non all'associazione che organizzava la colonia. Sta di fatto che la famiglia in agosto presenta una querela, cui fa seguito una lettera inviata in novembre per chiedere 40 mila euro.
Il pm Licia Scagliarini, pure rilevando che il piccolo non era stato custodito in modo adeguato ed aveva corso un potenziale pericolo, aveva però chiesto al giudice di archiviare il caso. In primis perché il reato di abbandono di minore è doloso, mentre non è prevista una forma colposa, quale sarebbe ipotizzabile in questo caso (diversamente bisognerebbe supporre che gli indagati abbiano consapevolmente abbandonato il minore in una situazione di pericolo).
Ma, più in generale, la procura ritiene che non siano emersi particolari che consentano di attribuire il fatto ad una sistematica vigilanza non adeguata (piuttosto che ad una disattenzione momentanea) o di carenze strutturali per quanto riguardava il personale, apparso adeguato per la cura di 12 bambini. Quanto al cancello aperto, per la pm, non bastava a configurare una responsabilità penale a carico del legale rappresentante dell'associazione.
Da qui la richiesta di chiedere l'archiviazione, poi accolta dal giudice.