Casa dello sport «alpina» a Rovereto sulla Secchia

Grande festa nel paese emiliano duramente colpito dal terremoto del 2012: le penne nere hanno costruito una struttura a sostegno delle associazioni

di Paolo Micheletto

Saranno almeno 1.500 gli Alpini della sezione di Trento che tra oggi e domani scenderanno in Emilia, a Rovereto sulla Secchia, per la grande festa di inaugurazione della Casa dello sport, realizzata per intero dalle Penne nere trentine. Si tratta del più grande impegno negli ultimi anni degli Alpini, che hanno voluto donare una struttura destinata alle attività sportive a questo paese così duramente colpito - come tanti altri - dal terremoto del 29 maggio 2012.

Siamo nel comune di Novi di Modena, a nord del capoluogo, quasi al confine con Mantova. Dopo il sisma, più del trenta per cento delle abitazioni è stato distrutto. Sotto il crollo della chiesa perse la vita il parroco don Ivan Martini: una tragedia nella tragedia, visto che Rovereto sulla Secchia è stato dichiarato il secondo paese più colpito dal sisma. Gran parte del patrimonio artistico è stato perso e il paese si è letteralmente svuotato. Per fortuna anche dalle disgrazie più nere possono nascere degli incredibili atti d'amore, come è stato per gli Alpini di Trento.

L'amicizia con la comunità di questa frazione modenese affonda le radici in tempi lontani: il 6 gennaio del 1970 sei pullman di Penne nere scesero in Emilia per consegnare il tricolore ed effettuare l'Alzabandiera nella scuola «Cesare Battisti» del Comune di Novi. L'arrivo degli Alpini fece seguito a una lettera inviata all'Adige e scritta da una quarta classe delle scuole elementari, firmata dal capoclasse Raffaele Arzenton, nella quale i bambini chiedevano un albero per farci un pennone per il tricolore. A promuovere l'iniziativa fu la maestra di quella classe, Tina Zuccoli, che ben presto divenne la «maestra degli Alpini».

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Grazie a questo rapporto affettuoso di lunga data, quindi, gli Alpini hanno pensato di dare un'altra prova della loro rinomata generosità, dando vita alla Casa dello sport: una grande dimostrazione di affetto che darà ai giovani di Rovereto sulla Secchia e alle associazioni uno spazio dove fare sport e trovare momenti di socialità. 

Il risultato è clamoroso. Dal mix tra la generosità alpina e l'ospitalità emiliana è nata una storia che profuma davvero di affetto, rinascita, amicizia, solidarietà. Dal punto di vista «fisico» la Casa dello sport - intitolata naturalmente a Tina Zuccoli - fa parte di un complesso costituito anche dal PalaPanini, una tensostruttura donata dalla celebre casa editrice modenese specializzata nella pubblicazione di figurine e fumetti, e da una palestra realizzata con il contributo della Regione Emilia.

L'altro giorno si è tenuta una prima inaugurazione della Casa dello sport, alla presenza degli studenti delle scuole elementari e medie. È stata una cerimonia dal grande impatto emotivo, soprattutto quando i ragazzi hanno dedicato una poesia al «grande cuore» degli alpini. Renzo Merler, di Villazzano, addetto stampa degli Alpini di Trento, negli ultimi due anni in pratica ha «vissuto» a Rovereto sulla Secchia, e da responsabile di tutta l'operazione non può che essere soddisfatto: «La comunità ci gratifica e ci ringrazia - spiega Merler - Per noi il lavoro è stato impegnativo ma le soddisfazioni sono tante». Merler ricorda come prese vita l'idea di aiutare questo paese: «Dopo il terremoto l'intervento del Trentino si concentrò su San Felice sul Panaro. Io sono stato il primo trentino a prendere contatto con la gente di Rovereto sulla Secchia, grazie alle amicizie nate con l'iniziativa dell'albero alle scuole "Battisti".

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Fu subito chiaro che i danni subìti erano notevoli e che c'era tanto bisogno di una mano. A quel punto il presidente Pinamonti ebbe l'idea di puntare sulla costruzione di una palestra». Poco dopo si decise di costruire invece la Casa dello sport, visto che la Regione Emilia Romagna stanziò contributi ad hoc per la palestra: l'ingresso è unico e la struttura sarà un formidabile punto di aggregazione. Le conseguenze del terremoto sono ancora visibili a Rovereto, ma il cuore degli Alpini del Trentino ha confermato che insieme si può rinascere dalle macerie.

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