Arrestate 24 persone per una truffa all'Inps a Foggia
Simulare assunzioni in agricoltura, edilizia o nei servizi, anche all’insaputa delle aziende, per poi lucrare sulle indebite indennità che 1372 compiacenti lavoratori percepivano per disoccupazione, malattia o maternità. Il tariffario era di 200 euro all’atto dell’iscrizione e del 20-25% per gli assegni dell’Inps. Cinquemila euro, una tantum, il costo per regolarizzare la posizione dei cittadini stranieri.
La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Foggia ha sgominato un’organizzazione arrestando 24 persone (17 hanno avuto il beneficio dei domiciliari) dopo tre anni di indagini.
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Oltre che a Foggia e in provincia, alcuni arresti sono stati compiuti nelle province di Piacenza e Olbia-Tempio.
Altre 25 persone sono state denunciate a piede libero per gli stessi reati. Rimane al vaglio della Procura la posizione dei 1372 falsi dipendenti. Le indagini hanno permesso di accertare il pagamento di contributi non dovuti per circa quattro milioni di euro. Beni per un valore equivalente sono stati sequestrati agli indagati.
Dell’organizzazione facevano parte sette professionisti, due dipendenti dell’Inps, uno del Centro per l’impiego e uno degli Ospedali Riuniti di Foggia, 15 prestanome a cui sono state intestate 32 società «fantasma» attive in agricoltura, edilizia e servizi e 23 reclutatori dei falsi lavoratori.
Per perseguire le proprie finalità l’organizzazione ha provveduto al reperimento di imprese inattive o in liquidazione, poi intestate ad affiliati. Alcune false assunzioni erano state perfezionate anche all’insaputa delle aziende da parte di consulenti fiscali o del lavoro collusi. «Si è trattato di un’operazione importante - sottolinea il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Francesco Gazzani - soprattutto per la tutela della spesa pubblica soprattutto in queste zone dove fenomeni del genere sono diffusissimi. Abbiamo svelato una modalità di accesso e di permanenza degli immigrati particolare, attraverso l’elusione di leggi e decreti con tecniche adottate, abbastanza raffinate». Nei confronti degli indagati è stata disposta l’esecuzione di accertamenti patrimoniali finalizzati alla individuazione di beni e disponibilità finanziarie da sottoporre a sequestro preventivo.